Nella giornata di ieri è stata pubblicata la sentenza con cui i giudici della Consulta hanno spiegato perché a dicembre hanno deciso per l’incostituzionalità di due dei punti fondanti del sistema elettorale introdotto alla fine del 2005, il premio di maggioranza e le liste bloccate. L’accusa riguarda il premio di maggioranza così come previsto dalla legge “foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione”, potendo dare luogo a “una oggettiva e grave alterazione della rappresentanza democratica” per la mancanza di una soglia per far scattare il “bonus” di seggi. Quel premio sarebbe “manifestamente irragionevole” perché provocherebbe la creazione di coalizioni nate solo per raggiungere il premio (e che potrebbero sciogliersi subito dopo il voto, non assicurando così la governabilità) e altererebbe gli equilibri istituzionali, perché la maggioranza beneficiaria del premio potrebbe eleggere gli organi di garanzia “che, tra l’altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”.
L’opinione di Quagliariello dopo motivazioni Consulta – Per il ministro Quagliariello anche se il sistema disegnato dalla Corte Costituzionale con i tagli al Porcellum è immediatamente praticabile “politicamente significherebbe una cosa sola, larghe intese per sempre e per legge”. In un’intervista al Messaggero il ministro per le Riforme sottolineando che da parte di Ncd non c’è “nessuna forma di veto ma la consapevolezza che il doppio turno di coalizione risponde meglio alle esigenze di governabilità, senza dimenticare che è da sempre la proposta del Pd”. E “noi del Ncd e altre forze di maggioranza su quella impropriamente definita del Sindaco d’Italia abbiamo dato via libera sottolineando che le altre due contengono errori tecnici con una torsione perversa in senso iper maggioritario che potrebbero costringere ad un ulteriore intervento della Consulta visto che ad un premio di maggioranza esplicito dato a chi prende più voti se ne assomma uno implicito a chi arriva primo nel collegio (Mattarellum modificato) oppure a chi supera una soglia di sbarramento molto alta nelle circoscrizioni (modello spagnolo modificato); infine nessuno ne ha proposto una quarta”.
Cosa fare adesso secondo Quagliariello – Per l’esponente del Nuovo Centrodestra adesso “la cosa più ragionevole è che si raggiunga l’intesa nella maggioranza sul doppio turno di coalizione e poi la si porti all’attenzione delle opposizioni con atteggiamento aperto, incamerando i loro pareri e anche le eventuali proposte di correzione”. Intanto oggi Ncd presenterà la sua proposta di riforma del Senato, una riforma “pivot di altre. Serve alla legge elettorale perchè solo se la fiducia viene data da una Camera e non da due ci sono sufficienti garanzie di governabilità. Inoltre completa il Titolo V della Costituzione. Ma una cosa deve essere chiara: il nuovo Senato non dovrà essere un dopolavoro. E chi fa il senatore non potrà fare contemporaneamente altri due o tre mestieri”.
Violante “Legislatore non ha più alibi” – Per Violante “la Consulta lascia libertà al Parlamento che a questo punto non ha più alibi. Le Camere devono decidere”. Violante spiega: “la Consulta ci ha dato dei binari, e per la prima volta ha sottolineato l’esigenza di assicurare la governabilità e l’efficacia del procedimento legislativo”. Ma, osserva, “nè con il Mattarellum nè con lo spagnolo c’è la possibilità di ottenere maggioranza stabile di governo, in un sistema tripolare com’è il nostro. Secondo me – ribadisce – resta veramente praticabile solo la proposta del cosiddetto sindaco d’Italia, ma è un errore pensare che si tratti in questo caso di cambiare la forma di governo: non si elegge infatti il presidente del consiglio, ma nel ballottaggio la coalizione vincente, la quale poi propone il suo candidato premier. È questa la cosiddetta proposta ‘Violante- D’Alimontè, un proporzionale con ballottaggio, che non punisce i partiti intermedi, dà la certezza di una maggioranza e fa scegliere gli eletti ai cittadini”. La conclusione di Violante: per fare una buona legge elettorale, comunque, “bisogna eliminare il bicameralismo perfetto; la fiducia deve darla solo la Camera”.