Roma verso il registro delle unioni civili
Roma fa un passo in avanti verso l’istituzione del registro delle unioni civili. La delibera d’iniziativa consiliare sul riconoscimento e l’istituzione del registro delle unioni civili ha ottenuto ieri sera il via libera dalle commissioni capitoline. Il testo deve essere ora votato in Consiglio, dove l’opposizione di centrodestra promette battaglia.
Favorevole tutta la maggioranza più il Movimento 5 Stelle. No invece dalle opposizioni: a votare contro sono stati i consiglieri comunali Roberto Cantiani, Marco Pomarici, Gianluigi De Palo e Ignazio Cozzoli.
Sono stati approvati anche due emendamenti, da rivotare in aula, che prevedono l’equiparazione del ‘compagno di fatto’ al parente più prossimo nell’assistenza sanitaria.
Nel testo si legge che “per unione civile si intende il rapporto di reciproca assistenza morale e materiale tra due persone maggiorenni, dello stesso sesso o di sesso diverso che non siano legate tra loro da vincoli giuridici”. Se la delibera verrà approvato dall’Aula, Roma riconoscerà le unioni civili e istituirà un apposito registro valido per tutti i municipi della città.
Su Twitter, il sindaco Marino ha scritto che “Roma avrà il registro delle unioni civili. Dopo il passaggio in commissione, ora tocca al consiglio dare l’approvazione finale”.
Gianluca Peciola, capogruppo di Sel, ha scelto invece Facebook: “Ora dritti verso l’approvazione dell’assemblea Capitolina, ci aspetta una opposizione dura del Centrodestra. Non passeranno!”.
Lo scontro si preannuncia comunque aspro. Lavinia Mennuni, del Nuovo Centro Destra, ha definito l’iniziativa un “attacco concentrico della Sinistra a valori non negoziabili”. Altrettanto severo Marco Pomarici, anche lui Nuovo Centrodestra, che parla di ‘Breccia di Porta Pia’ della sinistra per arrivare ai matrimoni e alle adozioni gay.
Prima firmataria della delibera è Imma Battaglia, consigliere comunale di Sel, secondo la quale il registro delle unioni civili è anche un modo per rispondere agli “agli atti omofobi, alle aggressioni, alla violenza” che hanno punteggiato la cronaca romana negli ultimi mesi. Per la consigliera Sel il testo non mira a mettere in contrapposizione due tipi di famiglia, ma vuole solo accogliere i cambiamenti della società: “è tempo che sia dato riconoscimento alle convivenze mature e consapevoli, humus fondante di una nuova società che crea valori intorno ai nuclei affettivi”.
Per l’opposizione, però, si tratta di una manovra tutta ideologica che non porterà nessun effetto concreto. Gianluigi De Palo, consigliere eletto con la lista civica Cittadini per Roma, sostiene che “si vogliono estendere diritti che sono prerogativa della famiglia costituzionale a chi famiglia, per sua libera scelta, non vuole essere. Automaticamente le persone che decidessero di sposarsi sembrerebbero cittadini di serie B, perché un’Unione Civile contempla gli stessi diritti del matrimonio, ma meno doveri”. Piuttosto che concentrarsi su proposte di questo tipo, De Palo suggerisce all’amministrazione di lavorare per risolvere i problemi della città: rifiuti, viabilità, sociale.
La maggioranza di centrosinistra rivendica però anche un successo politico. Per Imma Battaglia, ad esempio, l’approvazione di ieri è “un esempio della politica compatta – Sel, Pd, Lista civica, M5S – che supera i confini di partito e le ideologie per lavorare per i diritti, in risposta alle esigenze dei cittadini”.