Sud Sudan: per la pace si tratta solo di giorno. Al Gaslight Club, noto night di Addis Abeba
Sud Sudan: per la pace si tratta solo di giorno. Al Gaslight Club, noto night di Addis Abeba
Da Addis Abeba, dove si svolgono i colloqui di pace per la guerra civile in Sud Sudan, non arrivano notizie di progresso delle trattative. In compenso arriva la seguente notizia che la dice lunga su cosa ci aspetti realmente da questi incontri sponsorizzati dall’Unione Africana. Il negoziato si è spostato da una delle sale del lussioso Hotel Sheraton ad un noto nightclub della capitale etiope. Così i membri delle due delegazioni si sono spostati, armi e bagagli, al Gaslight Club, discoteca alla moda frequentata dalla ricca borghesia di Addis Abeba. Qui i negoziati dovrebbero svolgersi solo di giorno, cioè quando il locale non è in attività. Il motivo del trasferimento è il fatto che la prenotazione delle camere e della sala erano scadute ed era in arrivo il nuovo cliente Vip che le aveva riservate, cioè il primo ministro giapponese Shinzo Abe.
La vicenda, come dicevo, oltre al ridicolo è il riflesso di cosa ci si attenda in realtà da questi negoziati ai quali i due principali contendenti, cioè il presidente Sud Sudanese Salva Kiir e il suo rivale, l’ex vice Riek Machar, non si sognano nemmeno di partecipare. Entrambi in queste ore puntano alle vittorie sul campo. Entrambi puntano a consolidare le proprie posizioni militari. La Pace – o anche solo una tregua, un misero cessate il fuoco – è l’ultimo dei pensieri.
A fronte di tutto questo dal terreno arrivano notizie preoccupanti. Ancora più preoccupanti se si pensa che nei luoghi dove i combattimenti sono più forti – nello stato di Unity e nella sua capitale Bentiu, nell’Upper Nile e nella sua capitale Malakal, nella città di Bor – non ci sono testimoni, non c’è nessuno: né cooperanti, né missionari, tantomeno giornalisti. Il timore è che quando si potrà visitare queste zone ci si trovi di fronte a massacri di vaste proporzioni.
Il drammatico episodio del battello affondato sul Nilo con duecento profughi civili, in buona parte bambini, è solo un segnale, un indizio di ciò che accade a Malakal per esempio, città dalla quale i duecento fuggiaschi provenivano.
Il naufragio del battello e il negoziato di Addis Abeba. Ecco la guerra in Sud Sudan! Una guerra dagli aspetti grotteschi, paradossali per la quale la ricerca della Pace è solo un rito un po’ ridicolo e allo stesso tempo irritante, quasi offensivo. Un rito che la diplomazia internazionale deve mostrare al mondo ma dal quale non c’è nulla da sperare.