Mentre eravamo, qui in Italia, tutti collegati a Twitter per seguire il testa a testa repubblicano in Iowa, negli Stati Uniti si assisteva al vero debutto di Google Elections, il portale predisposto dal gigante di Mountain View per consentire ai propri utenti di seguire il lungo anno elettorale che porterà, nel prossimo novembre, di vedere se Obama ce la farà ad avere il consenso per un seconod mandato o se invece la crisi economica metterà fine alla sua permanenza alla Casa Bianca.
[ad]Google Elections è in apparenza la risposta di Google a Twitter ovvero all’ “information network” più innovativo nell’agone politico e che anche in Italia sta spopolando presso politici, osservatori, giornalisti e media. Ed infatti la modalità con cui tratta i contenuti presenta alcuni tratti di Twitter: oltre al più classico modulo di Google News, anche filtrabili per candidati ed aree di competenza (http://www.google.com/
Il portale offre infine i risultati definitivi, i contenuti video di Youtube, il calendario dei prossimi appuntamenti elettorali ed infine l’integrazione con Youtube.
Come sempre però, l’approccio di Google è double-side: laddove si intende offrire un servizio all’utente, si propone una leva operativa all’inserzionista ed infatti l’intento di Google Elections è supplire ad una mancanza di Twitter: un business model sostenibile grazie ad un vero strumento offerto a chi vuole acquisire visibilità. Gli “sponsored tweets” con cui Twitter sta indirizzandosi agli staff dei candidati devono ancora dimostrarsi efficaci laddove invece i “link sponsorizzati” di Google sono ormai consolidati, conosciuti e stabili dal punto di vista dell’efficacia e delle modalità di pianificazione. Ecco perchè Google Elections include il toolkit per gli assistenti di marketing dei candidati: con il Toolkit (http://www.google.com/
Il digitale, con Facebook, ha ormai dato prova di influenzare il successo delle campagne elettorali. Dalla sua posizione di leader del mercato, Google per questa occasione ha deciso di non stare a guardare e di scendere nell’arena con un’offerta editoriale ad-hoc. Come si vede, è già in linea la versione egiziana: segno che questa strategia di Google è orientata a diventare un servizio per i candidati di tutto il mondo.