Istat, salta la candidatura di Padoan alla presidenza
Il curriculum vitae di Pier Carlo Padoan è tutt’altro che insufficiente. E’ eccellente: oggi ricopre la prestigiosa carica di vice Segretario Generale e Chief Economist dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Nonostante questo, la commissione Affari Costituzionali del Senato non ha raggiunto la quota di 2/3 dei membri necessaria ad eleggerlo presidente dell’Istat.
Di fatto i voti arrivati a Padoan sono stati 17. La tanto agognata soglia che avrebbe permesso all’economista di sedere al vertice dell’Istituto nazionale di Statistica era di 18 suffragi sulla rappresentanza composta da 27 membri. La distribuzione del voto (segreto) è stata così ripartita: 17 voti favorevoli, 5 voti contrari ed una scheda bianca. Per il democratico Francesco Russo, membro della commissione parlamentare in questione, il “non raggiungimento del quorum previsto alla nomina del professor Piercarlo Padoan a presidente dell’Istat in Commissione Affari Costituzionali al Senato non è riconducibile in alcun modo a motivazioni di tipo politico bensì alla sottovalutazione della necessaria maggioranza qualificata dei due terzi”.
La mancata elezione di Padoan è colpa del governo, stando alle parole di Donato Bruno (senatore Forza Italia): infatti, secondo il forzista, l’esecutivo non si sarebbe sforzato di eseguire le “necessarie consultazioni” per “valutare i profili di altre personalità”. Inoltre, secondo l’opinione del membro del partito del Cavaliere, la scelta sarebbe ricaduta sul vice segretario dell’Ocse, anche per i suoi incarichi in ItalianiEuropei (la fondazione presieduta da Massimo D’Alema, ndr). Per Nicola Morra (M5S) sarebbe stato più appropriato ascoltare il diretto interessato prima del voto, ma così non è stato. Secondo l’ex vice Ministro dell’Economia Stefano Fassina, invece: “è necessaria una massiccia dose di autolesionismo e di indifferenza verso l’interesse dell’Italia per votare contro la nomina di Piercarlo Padoan a presidente dell’Istat”. Conclude: “Padoan lascia i vertici dell’Ocse per mettersi al servizio del Paese. È una straordinaria opportunità da cogliere. Parlamento e Governo devono recuperare l’errore”.
Adesso si predispongono due alternative: o il governo Letta propone un nuovo nome, oppure ri-presenta la candidatura di Padoan con nuove motivazioni che portino le Commissioni a dare parere favorevole.
Daniele Errera