Anastasia Chernyavsky, nudo artistico o pornografia?
Al centro dlel’obiettivo una madre nuda con gocce di latte ancora sul seno, i figli, anche loro nudi, ai lati: il più piccolo, un maschietto, in braccio alla madre; saldamente attaccata alla sua gamba invece, la bambina. Quella di Anastasia Chernyavsky, fotografa russa trentacinquenne, è una famiglia moderna rappresnata in autoscatto, dove la figura maschile è assente e la donna che lavora, regina della foto, appare forte e autonoma.
Questa sorta di sacra famiglia, contemporanea e del tutto anomala, ha avuto vita breve su facebook, dove è stata censurata a pochi giorni dalla sua comparsa sul social network.
Riguardo alla censura, sembrano esserci pareri contrastanti sul web (dove nel frattempo la foto ha avuto modo di circolare attraverso altri canali). Il problema, secondo alcuni, è che i bambini siano nudi; secondo altri più intransigenti, è inammissibile anche che passi l’immagine della donna nuda su un social network alla portata di tutti.
Certo è che su facebook torvano spazio molte altre fotografie sicuramente più esplicite e che quella della Chernyavsky sia, a detta di molti, un’espressione artistica al pari di molte opere contemporanee. E a questo proposito, lei stessa si è pronunciata in un’intervista: «C’è una linea che nessuno dovrebbe superare tra nudo e porno, specie quando si tratta di bambini. L’arte consiste nell’interpretare questo confine» sicura dunque che la censura, nel suo caso, sia stata applicata impropriamente, precisa anche che la foto è stata pubblicata a sua insaputa ma che comunque ora non le è più concesso caricare niente sulla sua pagina facebook.
Se da una parte adesso è limitata nel suo lavoro di fotografa in quanto non può più usare a suo favore un mezzo così importante come facebook, allo stesso tempo ringrazia il misterioso autore del “misfatto”, che ha pubblicato la foto: «C’è gente che mi contatta dal Brasile, dall’Argentina, dalla Spagna… mi hanno contattata anche per le altre foto, perché intanto hanno voluto sapere chi fossi e hanno scoperto il mio lavoro. »
Così, da un episodio apparentemente negativo, la giovane fotografa russa ha saputo vedere l’altra faccia della medaglia e ringrazia per l’inaspettata e improvvisa notorietà.
Del resto lei sa bene che, quando si tratta di arte, la bellezza sta negli occhi di chi vede, così come la malizia era negli occhi di chi ha reputato indecenti le sue fotografie. Ma quando si tratta di confini labili e sottili, è sempre meglio che certe cose non siano alla portata di tutti, ma solo di chi è ben disposto ad accoglierle.
Cecilia Lazzareschi