Stefano Fassina vede nero per il governo Letta. Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex viceministro dell’Economia spiega il perché si dovrebbe tornare alle urne il prima possibile: “Il governo Letta oggi è figlio di nessuno e dopo la direzione del Pd vedo un quadro assolutamente preoccupante. La riunione della direzione ha confermato le ragioni per le quali sono arrivato alle dimissioni da viceministro e cioè che non ci sono le condizioni politiche per andare avanti con il governo Letta”.
Secondo Fassina, il vero artefice della crisi del governo è Matteo Renzi, che ha più volte definito come non convincente la politica dell’esecutivo. “Quando il segretario della forza più rilevante della maggioranza – spiega Fassina – valuta come fallimentari i dieci mesi dell’esecutivo Letta, credo sia difficile avere dubbi. Le condizioni per andare avanti non ci sono”.
L’esponente della sinistra Pd critica poi il metodo con cui Renzi sta affrontando la riforma della legge elettorale: “Un accordo sul modello spagnolo, dopo che Ncd e gli altri partiti della maggioranza hanno dato l’ok per il doppio turno, vuol dire puntare a far cadere Letta. È un fatto. Per conto di Renzi il professor D’Alimonte incontra Verdini, ma passando dal Porcellum al Verdinum si rischia di spaccare il governo”. Quindi “è necessario un chiarimento per verificare se ci sono le condizioni, in questo Parlamento, per quel governo di svolta che tutti vogliamo. Ma serve il sostegno pieno e convinto del Pd”. Sostegno che ad oggi non c’è.
E dunque in una situazione del genere sarebbe meglio “andare alle elezioni visto che i costi sarebbero di gran lunga inferiori a quelli che pagheremmo in un anno di logoramento e guerriglia, con il Pd che concede a Letta una sorta di appoggio esterno”.
Nonostante la netta divergenza dalla linea della segreteria, Fassina scongiura però qualunque ipotesi di scissione dei democratici: “La scissione è un’ipotesi che non esiste. Io voglio dare un contributo per rendere più forte il Pd, con la leadership di Gianni Cuperlo”.