Renzi dopo l’incontro di ieri con Berlusconi: “Accordo vicino, solo così si cambia verso”
Il giorno dopo la visita più scomoda e chiacchierata della storia della sede del Pd al Nazareno – quella di Silvio Berlusconi al neosegretario del partito – Matteo Renzi smette di incassare critiche provenienti dall’esterno e dall’interno del partito e dà una prima risposta. Lo fa a modo suo, attraverso un messaggio sulla sua pagina ufficiale di Facebook, in cui invita alla pazienza e lancia l’ultimatum ai “partitini”. Nel senso che per loro starebbe per avvicinarsi la fine, per lo meno del loro “potere contrattuale”.
“Sono stato eletto alle primarie – scrive – per cambiare le regole del gioco, per rilanciare sul lavoro, per dare un orizzonte al PD e all’Italia. Dopo 20 anni di chiacchiere, in un mese abbiamo il primo obiettivo a portata di mano“. L’obiettivo, naturalmente, in questo caso è la nuova legge elettorale, dopo la decisione della Consulta che ha chiarito – oltre che i difetti del Porcellum – entro quali paletti dovranno essere contenute le nuove regole.
“L’accordo, trasparente e alla luce del sole, è molto semplice” assicura il leader Pd e sindaco di Firenze: grazie al nuovo meccanismo di trasformazione dei voti in seggi, “chi vince governa stabilmente senza il diritto di ricatto dei partitini“. E a chi – soprattutto dal Nuovo Centrodestra, ma non solo – ha già protestato sul possibile accordo per un sistema similspagnolo, Renzi risponde chiedendo pazienza: “Suggerisco a chi critica la legge di aspettare almeno di sapere come è fatta, io la presento domani in direzione alle 16”.
Il disegno, naturalmente, è molto più ambizioso e non si limita alla sola legge elettorale: “Nasce il Senato delle Autonomie – scrive sempre Renzi su Facebook – via i senatori eletti, via i loro stipendi con riduzione del numero dei parlamentari e dei costi della politica”. Altre modifiche dovrebbero riguardare di nuovo il titolo V della Costituzione, “superando non solo le province ma semplificando anche il ruolo delle Regioni (energia, turismo, grandi reti): in più i consiglieri regionali riducono indennità a quelle dei sindaci e si cancellano i rimborsi-scandalo ai gruppi”. Mosse che, a sentire il segretario Pd, produrrebbe risparmi per un miliardo di euro.
“Come promesso”, tiene a sottolineare Renzi, per il quale “finalmente la politica passa dalle parole ai fatti. Questo accordo è oggi a portata di mano”. Riesce a non citare Berlusconi nemmeno una volta nel suo breve testo, senza rispondere direttamente agli ex-bersaniani-ora-cuperliani che si sono scagliati contro la decisione di vedere il Cavaliere e tentare un accordo con Forza Italia, riconoscendone di fatto il ruolo. In compenso, il nuovo segretario dice che, attraverso la neutralizzazione dei ricatti dei partitini, la riduzione dei parlamentari e il superamento dei rimborsi dei consigli regionali “forse, ridaremo credibilità alla politica. Per una volta facciamo ciò che abbiamo promesso. E questo mi sembra l’unico modo per cambiare verso”. Morale, basta critiche e lasciateci lavorare e accordare.