Si svolgerà dal 1° al 4 febbraio a Cannes l’edizione 2014 del Midem che, comericorda la SIAE in un comunicato sul proprio sito è la più importante fiera mondiale della musica.
Una quattro giorni di convegni e conferenze – oltre che, naturalmente, di musica – nel corso dei quali si discuterà a 360° gradi dei problemi e delle prospettive del mondo della musica con particolare riferimento al rapporto tra le sette note ed i bit.
Il ritorno alla crescita anche grazie alla moltiplicazione dei modelli di business in digitale e online, il marketing musicale, il rapporto con i fan, Youtube come veicolo di amplificazione del successo, la musica indipendente, il fenomeno dello streaming e, naturalmente la vendita della musica online ma non solo e l’intermediazione dei diritti d’autore sono alcune delle questioni principali che verranno affrontate dai protagonisti del mondo della musica di tutto il mondo.
Ci saranno e prenderanno la parola, tra gli altri, tutte le principali società di gestione collettiva dei diritti del mondo: le francesi SACEM e ADAMI, la spagnola SGAE, l’inglese PRS, la tedesca GEMA, la finlandese TEOSTO, la polacca ZAIKS, la canadese SOCAN, l’israeliana ACUM, la brasiliana UBC oltre all’olandese BUMA.
Nessun rappresentante dell’italiana SIAE, tuttavia, prenderà la parola in nessuna delle decine di conferenze che si svolgeranno nella quattro giorni.
E’ un fatto grave ed è una nota stonata, soprattutto per una società di gestione collettiva dei diritti cui lo Stato da sempre riconosce lo straordinario privilegio – che non hanno la più parte delle sue concorrenti – di un esclusiva legale e di una “benedizione” pubblica che la rende un monstrum, unico nel suo genere, mezzo pubblico e mezzo privato.
Ma è un fatto grave, soprattutto, considerato che il management della SIAE non perde occasione per autoproclamare la società tra le migliori in Europa.
Possibile che nessuno dei rappresentanti del mondo della musica abbia avuto interesse a sentire la voce di una tale eccellenza nel mondo della raccolta dei diritti?
Certo la SIAE parteciperà al MIDEM con un proprio stand – per il quale, evidentemente, spenderà decine di migliaia di euro – ma esserci non significa sempre partecipare.
Ma sarebbe sbagliato puntare l’indice solo contro la SIAE.
E’, infatti, l’intera filiera italiana della produzione, distribuzione e intermediazione dei diritti del mondo della musica ad essere sotto-rappresentata – per non dire niente affatto rappresentata – al MIDEM.
Non un’associazione, non un’etichetta, non una startup innovativa.
Nessuno, eccezion fatta per tre “portabandiera” tricolore: un avvocato – Massimo Travostino –, una marketing manager – Sara Cantarutti – ed una Senior Communication Manager – Emanuela Virago -.
Davvero troppo poco come rappresentanza di un Paese che, in passato, ha dato e significato molto nel mondo della musica.
Naturalmente è “solo” una fiera internazionale – benché si tratti della più importante al mondo – ma le rumorose assenze italiane sono sintomatiche di quanto il nostro Paese stia correndo il rischio – sempre ammesso che quel rischio non sia debba considerarsi già realizzatosi – di divenire una “colonia musicale” altrui.
E’ curioso che l’industria musicale italiana – in tutte le sue componenti ed articolazioni – alzi la voce, chieda ed ottenga dallo Stato straordinari interventi normativi come il Regolamento AGCOM antipirateria – unico nel suo genere in tutto il mondo – o stratosferici aumenti dell’equo compenso per copia privata e poi scompaia di colpo quando si tratta di reinvestire soldi e risorse per il rilancio della cultura e della creatività tricolore.