Juventus sempre più da record. Nella 20ª giornata di Serie A, la prima del girone di ritorno, i bianconeri di Conte allungano a 12 la striscia di vittorie consecutive e tengono sempre a + 8 la Roma, vittoriosa sabato nell’anticipo delle 18. L’Inter indonesiana esce con le ossa rotte dalla risaia del Ferraris di Genova, al limite della praticabilità, mentre il Napoli di Benitez si ferma a Bologna. Comincia con una vittoria l’avventura di Seedorf alla guida del Milan.
BOTTA E RISPOSTA- All’Olimpico la Roma del sergente Garcia travolge il Livorno con un sonoro 3 a 0. Un ritorno in panchina da incubo per Perotti, chiamato in settimana da Spinelli a salvare una squadra che ha già un piede in Serie B. La seconda forza del campionato ci mette un tempo per chiudere la pratica Livorno. A Trigoria si pensa già al big match di martedì contro la Juventus che vale la semifinale di Tim Cup ( a noi piace chiamarla ancora Coppa Italia ). In serata è arrivata, puntuale, la risposta della Juventus, che batte per 4 a 2 una Sampdoria molto sfortunata. I bianconeri corrono infatti qualche rischio, concedendo un po’ troppo ai blucerchiati. Prestazione superlativa di Vidal, doppietta per lui e di Pogba, autore di una rete strepitosa. Su quest’ultimo sono puntati gli occhi di mezza Europa: Conte lo vorrebbe trattenere, ma davanti ad un’offerta importante…
NAPOLI, ADDIO SCUDETTO- Domenica molto amara per gli azzurri di Benitez che vengono fermati da un ottimo Bologna, desideroso di uscire dalle zone pericolose della classifica. “Scudetto? Non pensiamoci più”, sono queste le parole del tecnico spagnolo a fine partite, scuro in volto per una brutta prestazione dei suoi uomini, che hanno dovuto rimontare il vantaggio iniziale di Rolando Bianchi. La reazione arriva nella ripresa, con il pareggio su rigore di Higuain e il vantaggio di Callejon. Ma a pochi minuti dal triplice fischio, ecco il pareggio felsineo firmato Bianchi, ancora lui, che regala ai suoi un punto preziosissimo e spazza via ogni sogno tricolore del Napoli. A rovinare la festa al Dall’Ara ci pensano i soliti imbecilli con cori razzisti ( “Vesuvio lavali col fuoco” ) indirizzati ai 10mila tifosi napoletani.
LA RINASCITA- Il grande protagonista della giornata è Alessandro Matri, arrivato alla Fiorentina dal Milan pochi giorni fa, con la formula del prestito con diritto di riscatto. L’attaccante, al suo esordio con la maglia viola, realizza due delle tre reti con le quali gli uomini di Montella battono il Catania del rientrante Maran. I viola ora sono vicinissimi ( a – 3 ) dal Napoli, e quindi lotteranno per il terzo posto. Stato d’animo diverso, ovviamente, per gli etnei, ultimi assieme al Livorno: non è bastato il ritorno del tecnico trentino a dare una scossa alla squadra. Per Matri, cacciato forse troppo presto dal Milan, una domenica perfetta. “Ho avuto problemi di ambientamento, la colpa è solo mia”, così risponde a chi gli chiede come mai abbia segnato solo una rete nei mesi in rossonero. Sarà, ma chissà cosa avranno pensato a Milanello..
LE MILANESI- Non se la stanno passando proprio bene le due formazioni meneghine. Partiamo dall’Inter, uscita sconfitta dal match contro il Genoa dell’ex Gasperini. La pioggia che ha reso il terreno impraticabile in alcuni punti ha condizionato la partita, ma anche l’Inter di Mazzarri ci ha messo il suo. Altro che torti arbitrali. Il genoano Antonelli regala al Grifone una vittoria sui nerazzurri che mancava da 20 anni. Felice il tecnico genoano Gasperini, che in settimana si era tolto qualche sassolino dalla scarpa, dichiarando che “l’Inter ha cominciato a vincere dopo calciopoli”, ed era stato accusato da Mazzarri di essere “poco rispettoso della storia interista”. The end.
Buona la prima sulla panchina del Milan del “professore” Clarence Seedorf, chiamato ad inizio settimana da Silvio Berlusconi a curare il Diavolo da una strana malattia. I recenti disastri di allegriana memoria, hanno fatto piombare il Milan in una posizione pericolosissima ed era necessario voltare pagina. Ci ha pensato Mario Balotelli a riportare il sorriso tra i tifosi dopo tanto tempo, trasformando un rigore ingenuamente provocato a meno di 10’ dalla fine, dal difensore veronese Gonzalez. In attesa del bel gioco promesso dal tecnico olandese, ci si consola con 3 punti d’oro.
UDINESE:LA FINE DI UN ERA– Dopo il rocambolesco 2 a 3 rimediato davanti ai propri tifosi contro la Lazio del goriziano Edy Reja, in Friuli è giunto il tempo di cambiare. I tifosi friulani sono stanchi di una squadra che sta deludendo tutti, e che pare una brutta copia di quell’Udinese che negli ultimi anni si è quasi sempre classificata a ridosso dalla zona Champions. Il clima a Udine è sempre più pesante, e sicuramente nei prossimi giorni Pozzo potrebbe decidere qualcosa di importante.
LE ALTRE- Nessuno ne parla, ma ad occupare il settimo posto ci sono due gran belle squadre, Torino e Parma, le sorprese del campionato. Il Toro del navigato Ventura batte 2 a 0 il Sassuolo, evidentemente ancora ubriaco dopo i festeggiamenti post vittoria sul Milan. Al Mapei Stadium c’è anche il CT Cesare Prandelli, corso a Reggio Emilia per visionare il bomber locale Berardi, autore di un poker domenica scorsa. Ad impressionare maggiormente il selezionatore azzurro in ottica Brasile ci pensa, invece, Immobile che realizza la prima delle due reti granata. Saranno tanti, insomma, i pensieri per Prandelli in questi mesi. A 29 punti, gli stessi del Torino, troviamo il Parma di Donadoni, vittorioso al Bentegodi contro l’insidioso Chievo. I veneti passano subito in vantaggio con Paloschi, ma l’1 a 0 dura davvero poco. Infatti vengono prima riacciuffati da Cassano che finalmente ritorna al goal, quindi superati dalla rete, a pochissimi secondi dal termine dell’incontro, dell’instancabile capitano dei ducali Lucarelli. Grande gioia per Cassano, che pare ( ma con Fantantonio non ci sono certezze ) aver trovato l’ambiente ideale a Parma, nota per le sue prelibatezze e non a caso capitale alimentare italiana.
Tentativo di fuga dalle zone calde della classifica, infine, per l’Atalanta che batte il Cagliari per 1 a 0. I bergamaschi ora possono stare più tranquilli, anche se la quota salvezza fissata a 40 punti è lontanissima, mentre per i sardi saranno necessari interventi sul mercato dopo la partenza di Nainggolan. Da quando il belga si è vestito di giallorosso, il Cagliari ha sempre perso. Coincidenze?!