Continuano le minacce del boss Totò Riina al pm di Palermo Nino Di Matteo. Agghiaccianti le conversazioni registrate tra il boss corleonese, detenuto nel carcere milanese di Opera, e l’amico Alberto Lorusso, esponente della Sacra Corona Unita pugliese: “Questo Di Matteo non se ne va, gli hanno rinforzato la scorta e allora, se fosse possibile, ad ucciderlo… Una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari”. “Lo farei diventare il primo tonno, il tonno buono”, continua Riina con Lorusso. “Questo pubblico ministero di questo processo che mi sta facendo uscire pazzo”.
Il boss pare incontenibile: “Se io restavo fuori, io continuavo a fare un macello, continuavo, al massimo livello. Ormai c’era l’ingranaggio, questo sistema e basta. Minchia, eravamo tutti, tutti mafiosi”. E ancora “dobbiamo prendere un provvedimento per voialtri – dice Riina riferito ai magistrati -, uno che vi fa ballare la samba così che vi fa salire nei palazzi e vi fa scendere come vuole, come se fossero formiche”.
“Mi viene una rabbia – continua Riina – ma perchè questa popolazione non vuole ammazzare a nessun magistrato? A tutti… ammazzarli, proprio andarci armati e vedere…”. Si ingalluzziscono , proprio si ingalluzziscono… perchè c’è la popolazione che li difende, che li aiuta. Quelli però che devono andare a fare la propaganda là, sono quelli che devono andare a fare la propaganda. Hanno lo scopo in testa per uno strumentìo (strumentalizzazione ndr) completamente e le persone sono con loro…”.