A Milano una mostra racconta la storia della Grande Brera
A Milano una mostra racconta la storia della Grande Brera
Era il 1972 quando lo Stato acquistò Palazzo Citterio, storica dimora nobiliare di via Brera a Milano, con l’intento di ristrutturarlo per trasferirvi la Pinacoteca e realizzarvi un centro polifunzionale al servizio dell’arte; ma le intenzioni non furono all’altezza dei fatti, tanto che tra cause legali, imprevisti tecnici e difficoltà finanziare il progetto della Grande Brera non andò mai in porto, lasciando anzi alla città un palazzo quasi interamente risistemato in balia dell’incuria. Ma nel 2012 è giunta la svolta. Una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica stanzia 23 milioni di euro per il progetto, sbloccando così la situazione di Palazzo Citterio e spianando la strada ai nuovi interventi di rifunzionalizzazione: il restauro dello stabile viene infatti messo al bando dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Lombardia con una gara europea sulla base del progetto preliminare redatto dagli architetti Alberto Artioli e Annamaria Terafina: ridare senso agli spazi, risignificare i volumi valorizzando l’impianto del Settecento, le decorazioni dell’Ottocento e il cemento del Novecento, ripristinare il giardino sono state le richieste con cui si sono dovute confrontare le 13 ditte, provenienti da tutta Italia, in gara al bando; la prima graduatoria sulla qualità del progetto architettonico ha dunque visto l’impresa Carron (progettista AMDL Michele De Lucchi) prima in classifica, ma dopo l’esame tecnico della giuria presieduta da Margherita Guccione, direttrice del Maxxi di Roma, ad aggiudicarsi il posto più alto del podio è stata la ReseArch Consorzio Stabile scarl (progettista Amerigo Restucci), con un progetto da € 13.593.230. Da oggi, tutti e 13 i progetti del concorso sono visitabili presso la Triennale di Milano nella mostra “Palazzo Citterio – progetti in mostra”, aperta fino al 16 febbraio, e successivamente al Maxxi di Roma, dal 6 al 30 marzo.
Clara Amodeo