Ingrida Šimonytė confermata nuovo Primo Ministro lituano
Il Parlamento lituano ha recentemente approvato la nomina di Ingrida Šimonytė, 46 anni, a Capo del governo nazionale. L’ex Ministro delle finanze ha guidato il suo partito conservatore TS–LKD alla vittoria nelle elezioni tenutesi lo scorso ottobre. La coalizione che sostiene la sua nomina è nata dall’alleanza del gruppo di cui fa parte con altri due partiti di stampo liberale, LP e LRLS. Insieme i tre partiti detengono 74 seggi, tre in più dei 71 necessari per guidare la maggioranza.
Un nuovo Primo Ministro
Al Semais, l’esito della votazione per la conferma della nomina di Šimonytė non era affatto scontata. Il Parlamento, privo di 28 rappresentanti causa Covid-19, si è espresso con 62 voti a favore, 10 contrari e 41 astenuti. Ufficialmente nominata dal Presidente Nauseda il 25 novembre scorso, Šimonytė avrà 15 giorni a disposizione per ottenere la fiducia del Parlamento; la decisione finale verterà sul programma e sulla nuova squadra di governo. In vista delle elezioni, Šimonytė aveva annunciato che nel suo esecutivo sarebbero state presenti un numero record di figure femminili. Le priorità principali del governo da lei guidato, stando alle dichiarazioni passate, sarebbero quelle di far crescere ulteriormente l’economia del paese e di frenare la diffusione del Covid-19.
Dal 1990, anno della sua indipendenza dall’Unione Sovietica, la Lituania ha mantenuto una stabile crescita economica. Il Paese, membro dell’UE e della Nato, ha recentemente svolto anche un ruolo diplomatico di rilevanza durante le proteste in Bielorussia (sua vicina meridionale).
E le opposizioni?
Il più grande gruppo d’opposizione presente in Parlamento, “L’unione degli agricoltori e dei verdi lituani” (LVŽS), ha dichiarato di non sostenere la candidatura di Šimonytė poiché preoccupato riguardo l’efficacia effettiva del programma di sviluppo annunciato per il paese. Gintautas Paluckas, leader del Partito socialdemocratico all’opposizione (LSDP), ha invece affermato che il suo gruppo non può sostenere quello che probabilmente sarà “il governo più di destra” nella storia della Lituania.