Gli italiani credono di più a maghi e superstizioni che alla politica
Gli italiani credono di più a maghi e superstizioni che alla politica
La crisi economica non ci fa perdere posizioni solo nelle classifiche sul PIL, ma anche in quella, in cui non abbiamo mai brillato in realtà, della razionalità. E’ un boom di superstizione e occultismo.
Secondo una ricerca del CODACONS del 2013, 13 milioni di italiani si rivolgono ogni anno al mondo dell’occulto, addirittura 1 milione in più rispetto al 2011, e oltre 3 milioni in più rispetto al 2001 (quando circa 10 milioni di italiani ricorrevano almeno una volta l’ anno agli operatori dell’ occulto). Il business generato dall’occultismo in Italia è pari a circa 6,5 miliardi di euro, un dato ovviamente arrotondato per difetto, dal momento che quasi tutte le prestazioni avvengono in nero.
Gli operatori del settore sono ben 155 mila. 155 mila persone che come lavoro leggono le carte, scrivono oroscopi, “comunicano” con gli spiriti. Naturalmente non gratis. E soprattutto danno una risposta sul futuro a coloro che si rivolgono a loro, perchè è questo il motore che muove gli italiani verso maghi e fattucchiere, la grande incertezza che regna sul futuro, le difficoltà nel trovare lavoro, i problemi economici e la speranza di risolvere la propria situazione negativa.
Non è un problema solo sociologico, tale attitudine verso l’irrazionale ha conseguenze anche economiche.
Le assicuraizoni Generali hanno ripreso uno studio di Eurostat in cui si faceva riferimento alla tendenza a credere che “ci sia un numero per me più fortunato di altri”, in Europa, ovvero una disponibilità base alla superstizione, i risultati sono i seguenti:
L’Italia è terza in Europa a rispondere affermativamente, dopo Lettonia e Repubblica Ceca.
Non c’è neanche un legame diretto con la religione, essendo questi due Paesi tra i più atei in Europa. E’ una questione culturale, e quello che Generali ha fatto è legarlo alla tendenza ad acquistare assicurazioni, correlando gli acquisti sul PIL alla risposta al quesito precedente, la correlazione è decisamente negativa, un atteggiamento fatalista porta ad assicurarsi meno, con le conseguenze che possiamo immaginare:
Il confronto con la politica:
Quello che preme paragonare è questo atteggiamento verso l’irrazionale e la politica, l’Eurispes ha rilevato la fiducia degli italiani verso le istituzioni, dal Presidente della Repubblica, al governo e al Parlamento negli ultimi 10 anni, e possiamo tracciare quanto in questo periodo sia calata, più che dimezzandosi:
Se prendiamo la fiducia per il Parlamento come riferimento, meno distorto dalla simpatia per il presidente o il governo del momento, e lo paragoniamo con la “fiducia” verso l’occulto, calcolandolo brutalmente come la quota di italiani, 13 milioni, che ad esso si rivologono sugli elettori, vediamo che in tutte le classi di età, e anche a tutti i livelli di istruzione, è decisamente minore.
Colpisce come anche tra i laureati la fiducia nella politica sia solo il 3% superiore a quella tra le persone con nessuna o pochissima istruzione.
E’ un malessere profondo che nasce dal distacco prima di tutto dalla persona del politico, spesso non conosciuto, quindi non stimato, un problema di rappresentanza che rischia di essere peggiorato dal sistema elettorale “italicum” appena proposto.
Gianni Balduzzi