Ieri è arrivato il dato inquietante dell’ evasione fiscale inerente al 2013 della Guardia di Finanza: 52 miliardi di euro nascosti, 8 mila evasori totali e una attività commerciale su tre non emette scontrini regolari. Dati allarmanti per un paese che è continuamente costretto a varare finanziarie lacrime e sangue per coprire le falle del deficit statale. Sempre, ça va sans dire, a discapito dei cittadini onesti. Oggi la risposta del ministro dell’Economia Saccomanni: l’accordo per riportare i capitali esportati illegalmente all’estero con la Svizzera “è vicino”. Proprio nel pomeriggio, questo argomento dovrebbe giungere sul tavolo del Consiglio dei ministri che varerà una sorta di “condono” caratterizzato da multe più leggere per coloro che usciranno allo scoperto.
Saccomanni, che segue i lavori del World Economic Forum, però, ha spiegato che non ci sarà “nessuna forma di anonimato e l’accordo non implicherà né una amnistia né un condono fiscale” però verrà applicato “un trattamento” favorevole, anche con sconti di pena per il contribuente che collabora con il Fisco”. Sul fronte opposto ci sarà, ha annunciato Saccomanni “un inasprimento per coloro che non collaborano e che possono poi venire scoperti tramite ad esempio lo scambio di informazioni internazionali”. Certamente è bene eliminare dal linguaggio politico le parole come “condono fiscale” ma l’operazione del governo promossa da Saccomanni non ci sembra particolarmente diversa rispetto a qualunque altro rientro dei capitali neri all’estero. Una vera lotta all’evasione?
Intanto, in questi giorni, il Consiglio dei ministri sta affrontando anche la questione privatizzazioni. Esse partiranno con la vendita del 40% delle Poste che dovrebbe, secondo i calcoli di Letta, portare ad un guadagno di 6-8 miliardi perla riduzione del debito pubblico. Sempre sull’ argomento, il ministro dell’Economia ha ribadito che questo programma “parte in concreto da oggi e durerà “un pario d’anni. Si comincia con la vendita delle quote di due società, Poste e Enav”.
Giacomo Salvini