Sicilia: bloccate 33 norme su 48 dal Prefetto Aronica
Il commissario dello Stato presso la Regione Sicilia, il prefetto Carmelo Aronica, ha analizzato nei giorni scorsi la manovra economica regionale ed infine è arrivato alla conclusione di stralciare ben 33 articoli su 48 della Finanziaria regionale. “Occorre una manovra aggiuntiva”, scrivono in una nota, correndo ai ripari, dallo stato maggiore regionale.
Quasi il 70% delle norme contenute nella legge di politica economica siciliana vanno, quindi, riscritte. Gli articoletti impugnati dal commissario sono i più disparati: “l’articolo 32 introduce una diversa ed autonoma disciplina per le proroghe della stabilizzazione del personale a tempo determinato in servizio presso la Regione, procedendo difformemente da quanto operato per il personale degli Enti locali”, scrive il prefetto Aronica. Questo impone la non assunzione dei circa 700 precari dell’ente regionale. Il prefetto ha poi sottolineato come vada cancellata la riforma delle municipalizzate, le società a partecipazione di enti locali (in questo caso regionale), impugnando la norma che permette il trasferimento dei dipendenti dalle società per azioni liquidate in altre controllate. Questo stop comporterebbe il non trasferimento di 70 dipendenti verso la società mista Sicilia e-Servizi (al 51% regionale).
Di mira anche 100 milioni per l’integrazione socio-sanitaria per arrivare ai livelli essenziali di assistenza sanitaria definiti ‘LEA’. Sospeso, quindi, l’investimento di ben 100 milioni. Sempre riguardo la salute, Aronica ha bocciato l’articolo 10, quello sull’affidamento di servizi ausiliari sanitari secondari, come i servizi di pulizia erogati da ‘Sicilia Emergenza – Urgenza sanitaria’.
Poi, scrive nella sua relazione il prefetto, “il legislatore, seppure nell’apprezzabile intento di ridurre e razionalizzare le spese derivanti dalle attività di manutenzione idraulico-forestale e di rimboschimento in cui sono impiegate maestranze stagionali ogni regolamentazione del trattamento economico è rimessa in forma esclusiva alla contrattazione collettiva e non può essere integrata e/o modificata dal legislatore regionale”, cancellando così la norma sul blocco al rimborso per chilometri alle guardie forestali.
Ancora, stralciato l’articolo che aveva fatto più rumore: l’equiparazione tra famiglie sposate e coppie di fatto circa le agevolazioni di natura economica. Il prefetto parla di incostituzionalità: “L’art. 37 da adito a censura sotto il profilo della violazione degli artt. 3 e 81 della Costituzione – scrive il commissario – esso infatti estende tutte le agevolazioni, contribuzioni e benefici a qualsiasi titolo previsti dall’ordinamento regionale per la famiglia, alle coppie di fatto iscritte negli appositi registri delle unioni civili, istituiti dai comuni della Regione siciliana ed alle famiglie mono-parentali. Siffatta generalizzata estensione “tout court”, senza distinzione alcuna tra i singoli benefici e le ragioni e le finalità sottese ad ognuno di questi, si ritiene incompatibile con il principio di cui all’art. 3 della Costituzione che impone diversità di trattamento per situazioni diverse quali quelle della famiglia fondata sul matrimonio e delle unioni di fatto che trovano rispettivamente fondamento negli artt. 29 e 2 della Costituzione”.
Infine, all’interno delle 33 norme impugnate, vi sono anche quelle sul reddito minimo, sulla riforma dei teatri e del piano casa che agevolava le giovani coppie nell’acquisto della prima abitazione, oltre che il fondo unico per la pesca, attività di fondamentale importanza economica per la Trinacria.
Daniele Errera