Body worlds, la mostra sul corpo umano come non l’abbiamo mai visto
Oltre 13.700 corpi umani donati per la ricerca scientifica, una selezione di 200 esempi di plastinazione provenienti dall’Institute for plastination di Heidelberg: il tutto per un’incredibile mostra sul nostro corpo, “Body Worlds”, fino al 16 febbraio a Bologna. Il capoluogo emiliano è solo una delle tappe dell’esposizione, che ha già fatto il giro del mondo passando per 80 città del mondo comprese Roma, Napoli e Milano.
Ma cosa rende questa mostra così affascinante e allo stesso tempo campo di battaglia per critiche e perplessità? Si tratta di veri e proprio cadaveri, esposti interi o sezionati secondo necessità, che rimangono conservati grazie alla tecnica della plastinazione, frutto della ricerca avviata dall’anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, un procedimento che si basa sulla sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone. Inizialmente ideato per i soli atenei e i centri di ricerca, successivamente tale metodo di conservazione è stato usato per le esposizioni internazionali (a Bologna si tratta soprattutto del sistema cardiaco e vascolare), che hanno registrato un afflusso da record: oltre 38 milioni di visitatori.
Tanto entusiasmo, ma ovviamente anche tante pesanti critiche. La più in vista arriva dal cardinale di Bologna Carlo Caffarra, che su Bologna sette, supplemento domenicale al quotidiano cattolico Avvenire, intitola il suo intervento “La pornografia di quelle persone scarnificate”, per poi lanciarsi in commenti tutt’altro che delicati: «Questa esposizione non è una mostra d’arte, così come abbiamo molti dubbi che abbia un carattere scientifico […] ci sono tutti gli ingredienti per la visita di un’esposizione di infimo livello, sensazionalistica, offensiva della sensibilità umana. Un’inutile provocazione» e aggiunge: «Si usa la morte per fare spettacolo. Sarebbe molto triste se questa mostra fosse legittimata a Bologna semplicemente per il fatto che ha fatto il giro del mondo e che è stata vista da migliaia di visitatori. Sarebbe questo il segno di grande provincialismo da parte di una città di nobili tradizioni culturali».
Effettivamente se tutto questo fosse accolto volentieri a Bolgona (come lo è già stato, ricordiamolo, anche a Roma) solamente per questo motivo, ci sarebbe senza dubbio qualcosa di triste. D’altro canto è vero che spesso la morte viene usata per fare spettacolo, ma non sembra del tutto calzante affermarlo a proposito del Body Worlds. Scopo del lavoro di Gunther von Hagens è, al contrario, quello di glorificare la vita, di mostrare visibilmente i danni arrecati dal fumo, dall’alcool, da una condotta di vita sconsiderata dovuta ad una superficiale consapevolezza del proprio corpo e delle patologie. Von Hagnens ci fa vedere tutto dall’interno, come altrimenti non avremmo mai potuto fare. E le statistiche parlano chiaro: dopo aver partecipato alla mostra, oltre l’80% degli spettatori ha dichiarato, con una buona dose di stupore, di aver cambiato stile di vita.
Cecilia Lazzareschi