Nervi tesi in casa Cgil, Landini “sospendere il congresso”
Non usa mezzi termini il segretario della Fiom-Cgil (la confederazione dei metalmeccanici), Maurizio Landini, quando interviene – come invitato – al congresso di Sinistra Ecologia e Libertà: “per me è in discussione la politica e le scelte che la Cgil fa” dichiara a gran voce, incentrando così la sua relazione sulla democrazia, sul modus operandi interno alla Cgil.
L’origine del male, per Landini, è l’accordo sulla rappresentanza siglato lo scorso 10 gennaio da Cgil, Cisl e Uil con la Confindustria. A tal punto sostiene la necessità di “sospendere l’assise e fare una consultazione vera sugli accordi”. Del resto “quello che è stato firmato non è un regolamento attuativo, ma è un nuovo accordo. Il fatto di decidere le regole in questo modo è una cosa antidemocratica, se lo fa la Cgil siamo ad un cambiamento della natura della nostra organizzazione”.
Il ‘Testo unico sulla rappresentanza Confindustria, Cgil, Cisl e Uil’ è il centro del feroce scontro Fiom-Cgil. Il contenuto indicherebbe, per Landini, una “concezione proprietaria dei diritti sindacali, di fatto limitando le libertà sindacali anche in contrasto con la recente sentenza della Corte costituzionale sulla Fiat. Non è comprensibile che tutto ciò sia avvenuto senza mettere le categorie nella condizione di poter conoscere, discutere e decidere prima di arrivare alla firma”. E sfida il sindacato-madre: “se l’accordo sulla rappresentanza non viene sottoposto al voto di tutti i lavoratori o almeno degli iscritti Cgil, la Fiom non si sente vincolata dal voto”. Nervi tesi in casa del sindacato legato lungo il corso della sua centenaria storia al Partito Comunista Italiano.
Continua il rappresentante emiliano: “sarebbe un errore e una responsabilità politica grave quella di non fermare la macchina adesso. si determinerebbe – ha aggiunto – una discussione complicata che credo sia meglio evitare, perché è responsabilità di tutti rispettare le regole. La firma deve essere ritirata e sospesa in attesa che i lavoratori si pronuncino e confermata o no a seconda di come si esprimono. Mi sembra una cosa facile e democratica”.
A Landini fa eco il sindacato dei metalmeccanici dell’Emilia Romagna. Proprio oggi il segretario regionale, Bruno Papignani, ha attaccato frontalmente la leader sindacale Susanna Camusso, ricevendo una valanga di applausi dalla platea: “con l’accordo del 10 gennaio e con il suo atteggiamento, noi dovremmo dire che la nostra segretaria è inadeguata al ruolo che ricopre”. Parole dure che lo stesso Papignani non si era risparmiato giorni addietro, quando aveva affermato come “neanche Kim Il-Sung (storico dittatore nord coreano, ndr) usasse forme di democrazia così apertamente fallaci”, affondando su “momento più basso della storia della Cgil”, “assenza di democrazia interna” e “deriva autoritaria del sindacato”. La tensione è alle stelle. Il futuro congresso del sindacato si preannuncia rovente.
Daniele Errera