Nuove proteste al Cie, di nuovo bocche cucite
Di nuovo bocche cucite al Cie di Roma. Ieri sera tredici marocchini ospiti del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria si sono cuciti le labbra in segno di protesta. Stessi gesti e stesse rivendicazioni viste solo poche settimane fa, quando prima di natale alcuni degli stranieri alloggiati nella struttura avevano protestato in questo modo per giorni, attirando l’attenzione sulla loro situazione. Lamentano il protrarsi della loro permanenza nel centro e chiedono migliori condizioni di vita nella struttura.
Sette dei tredici marocchini fanno parte dello stesso gruppo che aveva animato la protesta negli ultimi giorni del 2013. Così come accaduto un mesetto fa, anche stavolta hanno usato oggetti di fortuna per cucirsi le labbra. E anche stavolta hanno incominciato uno sciopero della fame.
La notizia è stata confermata dalla direzione del Cie di Ponte Galeria.
Le loro condizioni di salute per ora restano buone. Medici e infermieri stanno seguendo l’evolversi della situazione.
A scatenare la protesta dei tredici marocchini è stata la notizia che alcuni loro connazionali sono stati dismessi da altri Centri di identificazione ed espulsione. Per i tredici ospiti nel Cie di Roma, invece, le pratiche burocratiche non sarebbero ancora terminate. Da Natale, sostengono, non è cambiato nulla: allora gli immigrati avevano interrotto la protesta in seguito alla promessa di un miglioramento delle condizioni di permanenza e di un’accelerazione delle pratiche amministrative.
Solo qualche giorno fa i marocchini avevano espresso di nuovo il loro disagio al Garante dei detenuti del Lazio.
“È evidente che il tempo della politica scorre molto più lentamente rispetto a quello di queste persone, passate dal dramma di un’immigrazione difficile a luoghi con pochissima dignità come i Cie. Spero che dopo le promesse il parlamento approvi presto le norme necessarie a porre fine a questa vergogna” ha dichiarato Angiolo Marroni, Garante dei Detenuti del Lazio.
I tredici marocchini sono arrivati a Roma via Lampedusa. E nella piccola isola nel Mediterraneo alcuni di loro ci erano arrivati a bordo di un gommone partito dalle coste della Libia. Dopo la permanenza a Lampedusa è arrivato il trasferimento a Ponte Galeria. Dove ora divampa di nuovo la protesta.