Lasciata la guida dell’Italia dei valori a Ignazio Messina e tolto il suo nome dal simbolo, Antonio Di Pietro ricompare nella campagna elettorale per le regionali in Sardegna – nelle quali l’Idv sostiene Francesco Pigliaru insieme al Pd e altre forze – nei panni per lo meno improbabili di un gestore di bar, per di più in terra sarda.
All’inizio sembra un barista qualunque, dietro al bancone, con le spalle rivolte a due avventori; probabilmente sta sciacquando o asciugando qualcosa, anche se le sue braccia sembrano un po’ troppo ferme per essere intente in qualche lavoro. E’ praticamente immobile il barista, in maglione blu e camicia azzurra, mentre i due clienti iniziano a parlare, in un accento sardo tanto vero quanto smaccato, da sembrare terribilmente dozzinale.
“Oh, ma a votare ci ‘vvai?” attacca quello a destra, giacca marroncina e maglia nera, mentre gira il cucchiaino nel caffè; “Abbà, che son tutti uguali!” replica poco convinto il suo compare, tazzina in mano, maglioncino nero e coppola in testa. Il primo che ha parlato, però, non è d’accordo: “C’è un partito che si impegna per il lavvoro, la legalità, l’ambiente…”. Non deve avere persuaso il suo interlocutore – o forse, chissà, è il copione che lo rende diffidente – che si chiede ad alta voce se ci sia un partito così e, come nelle migliori tradizioni italiane, chiede l’intervento del barista: “O Tonin’, ma cc’è?”
Lui non fa in tempo a dire “Certo, certo che c’è!”, annuendo energicamente con la testa nel parlare, che la telecamera ha zoomato in dissolvenza e l’uomo in maglione blu si è girato quanto basta per mostrare che ad asciugare con poca energia un calice è proprio lui, il Tonino da Montenero di Bisaccia. Diventa quasi scontato che il suo microdiscorso continui con “Si chiama Italia dei valori… FIDATI!” e, se non basta la parola, c’è anche il nuovo simbolo stampigliato sul grembiule: come a dire che il suo nome non c’è più, ma lui è tornato.
L’apparizione dura in tutto 19 secondi, 15 dei quali dando le spalle alla telecamera. Praticamente un flash, nell’universo sovraffollato di tempi televisivi e apparizioni contese nei tiggì e nei talk show. Un lampo che però suona come un messaggio chiaro: alla prima occasione utile e importante, Di Pietro è tornato. Per il momento con un lavoro di bassa lega, che comprende l’indossare la parannanza nella speranza di trainare un po’ la rinascita del suo partito, in futuro chissà…
Gabriele Maestri