Sondaggio Lorien: centrosinistra mantiene il vantaggio ottenuto dopo le primarie PD
Sondaggio Lorien: centrosinistra mantiene il vantaggio ottenuto dopo le primarie PD
La prima rilevazione condotta da Lorien Consulting nel 2014 arriva nei giorni in cui il dibattito politico è monopolizzato dall’Italicum e dal suo imminente ingresso in Parlamento, e rileva una situazione non drasticamente diversa da quella osservata nell’ultima rilevazione dell’istituto, che risale al 19 Dicembre 2013.
Sono infatti davvero pochi i cambiamenti osservati da Lorien, a cominciare dal mezzo punto percentuale perso dalla coalizione di centrodestra: nonostante i due principali partiti siano in crescita, con Forza Italia al 21,5% (+1%) e Nuovo Centrodestra al 7% (+0,5%), le flessioni di Lega (-0,5%), Fratelli d’Italia (-1%) e degli altri partiti minori (-0,5%) allontanano il centrodestra dal 35% necessario per ottenere il premio di maggioranza nell’Italicum allo stato attuale. Tuttavia, anche il 35% non basterebbe alla coalizione moderata per vincere le eventuali elezioni, perché il centrosinistra otterrebbe secondo Lorien il 36,5% dei voti, mantenendo costante il dato registrato il 19 Dicembre a pochi giorni dall’elezione di Matteo Renzi come segretario del PD. In poco più di un mese l’operato di Matteo Renzi sembra aver convinto anche chi era salito sul carro del vincitore dopo le primarie, permettendo al PD (ma anche all’intero centrosinistra, con Sel che mantiene il 3,5%) di rimanere al 33%.
Il centro continua a perdere influenza, ed è attestato oggi al 4,5% con il 2% di SC ed il 2,5% di UDC, mentre il Movimento 5 Stelle registra un incremento di mezzo punto percentuale e sale al 19,5%. La quota di Italiani che non dichiara la propria intenzione di voto, e che quindi potrebbe essere indecisa o tendente all’astensione, è attestata da Lorien al 27,2%, registrando un leggero calo così come la fiducia nel Governo Letta, che passa dal 50% al 49%.
Un rapido confronto con l’andamento della fiducia al Governo Monti permette di mostrare che l’esecutivo “tecnico” godeva di una fiducia minore rispetto all’attuale Governo di larghe intese a 11 mesi dall’insediamento (o, nel caso di Letta, dalle elezioni). L’attuale Governo si è sempre mantenuto su livelli di fiducia più alti rispetto al precedente, e oggi gode ancora del giudizio positivo del 49% degli intervistati.