Caos Ucraina: dimissioni del Premier e abrogazione delle leggi anti-protesta
Mykola Azarov, due volte premier ucraino dal marzo 2010, si è dimesso. Dopo il gesto del Presidente Yanukovich – quest’ultimo ha offerto la possibilità di formare un governo al leader del maggiore partito di opposizione (“Patri” guidato dalla Tymoschenko) Arseniy Yatseniuk che ha rifiutato – Azarov ha deciso di farsi da parte “con lo scopo di creare una possibilità aggiuntiva di raggiungere un compromesso politico e risolvere pacificamente il conflitto, che minaccia lo sviluppo economico e l’intera società ucraina”.
All’opposizione, però, al momento non interessa il premierato: Yatseniuk, Klitschko, i nazionalisti di Svoboda e tutto il fronte di opposto a Yanukovich punta piuttosto a elezioni presidenziali e parlamentari anticipate, in modo da affondare definitivamente l’attuale Presidente filo-russo.
Proprio Yanukovich, che ieri si era riunito a colloquio con Yatseniuk, Klitschko e Oleg Tiagnybok leader di Svoboda per discutere della questione, ha convocato stamattina la Rada, il Parlamento ucraino, che ha revocato 9 delle 12 leggi contenute nel pacchetto “anti-proteste” approvato il 16 Gennaio in tutta fretta, senza discussione in aula e votando per alzata di mano.
Durante lo stesso colloquio, durato 4 ore, le opposizioni hanno chiesto l’amnistia per tutti i manifestanti: il provvedimento è stato concesso a patto che vengano lasciati gli edifici governativi occupati.
In queste ore il Ministero della Giustizia è già stato disoccupato dai manifestanti – era stato preso d’assalto la scorsa notte dagli esponenti del movimento radicale “Splina Sprava” che non avevano trovato nessuna opposizione da parte della polizia – dopo che l’inquilino del Dicastero, Olena Lukash, aveva minacciato di richiedere l’approvazione dello “stato di emergenza” e l’intervento delle forze speciali russe.
Per alcuni truppe speciali russe da tempo sarebbero in azione a Kiev, senza che ne sia data conferma da Yanukovich o dal Ministro degli Esteri russo Lavrov.
Proprio Lavrov, incontratosi oggi con Rasmussen al vertice della NATO, ha dichiarato di non voler rispondere alle domande sull’Ucraina in quanto “la questione non è in agenda”.
È ormai evidente che la Russia stessa stia lentamente perdendo il controllo della situazione: mentre tutto l’Ovest dell’Ucraina è ormai “di fatto” sotto il controllo dei dimostranti – ancora risultano molte sedi di consigli comunali occupate o bloccate – ormai anche verso Est, cioè nella parte più vicina a Mosca, si stanno diffondendo le proteste.
Nel frattempo su Internet molte fonti parlano di un coinvolgimento attivo di vari servizi segreti, quelli Usa e di Israele in primis ma anche di diversi paesi dell’UE, nella fornitura non solo di appoggio mediatico ma anche di armi ai dimostranti.