Sudafrica, una donna su cui puntare anzi due
Si era parlato di un’alleanza, in vista delle elezioni, tra Helen Zille, sindaco di Cape Town e leader del partito di opposizione Democratic Allieance, e Mamphela Ramphele, fondatrice del Movimento della Coscienza Nera, figura di spicco della lotta contro l’apartheid e leader del partito Agang, che in lingua sotho vuol dire “costruisci”.
Se ne era parlato, appunto. Era sembrato possibile. Poi l’ipotesi che avvenisse era tramontata, si disse per incompatibilità di carattere tra le due donne. Due primedonne, per la verità che non potevano convivere in una alleanza comune.
Ora invece quell’alleanza è una realtà. In una conferenza stampa a Cape Town Helen Zille ha detto che c’è un accordo politico, che ci sarà un assorbimento in Democratic Alliance delle strutture e dei volontari di Agang e che la candidata presidente alle elezioni che si svolgeranno quest’anno in Sudafrica sarà Mamphela Ramphele. L’ha definita “la persona migliore per guidare il paese”.
La notizia potrebbe sembrare una normale manovra elettorale e invece ha una valenza e un valore simbolico profondo nel Sudafrica della lotta anti apartheid, nel Sudafrica che fu di Mandela e nel Sudafrica che è oggi, cioè un paese contradditorio, con una classe politica al potere corrotta, inaffidabile, fallimentare. Un Sudafrica lacerato dai contrasti sociali, dagli scioperi dei minatori e non solo, dalla violenza della polizia e dalle ingiustizie sociali diffuse.
Lo si capisce se si sa chi sono questi due personaggi. Mamphele Ramphele, come detto, è una militante della lotta antiapartheid, ha sessantasei anni, è stata una dirigente della Banca Mondiale e una manager d’impresa, ma è anche compagna di vita e madre di due figli avuti con l’icona della lotta antiapartheid seconda solo a Mandela, cioè Steve Biko ucciso nel 1977.
Helen Zille, oltre ad essere una dirigente di Democratic Alliance, un partito democratico e progressista, è una giornalista da sempre schierata su posizioni progressiste e liberali. Zille, sessantatre anni, ha cominciato la sua carriera politica come attivista antiapartheid e come militante del Black Sash, movimento di giovani donne bianche contrarie al regime nazionalista bianco. Come sindaco di Cape Tawn ha dato prova di ottime capacità amministrative e di grande attenzione alla popolazione e alla partecipazione di questa alla vita politica.
Come si può capire questa alleanza, che probabilmente non vincerà certo le elezioni (l’ANC ha una grande capacità di fare politica e un apparato enorme, abile e collaudato), è però qualcosa che i corrotti dirigenti politici del paese non volevano proprio: due donne, una bianca e una nera, con un passato irreprensibile e di valore offuscheranno certo personaggi ambigui e impresentabili come Yacob Zuma, come Ciryl Ramamphosa, ma anche come Julius Malema leader dell’Economic Freedom Fighters, forza politica dai toni violenti, pericolosi, insopportabilmente populisti.
Insomma ancora una volta una donna, anzi due, su cui puntare.
Raffaele Masto