Campionato finito per la Nocerina. Fuori dalla Lega Pro
La Nocerina sparirà dal campionato di Prima Divisione girone B, e ripartirà da un campionato di categoria inferiore, probabilmente la Serie D. E’ questo il contenuto principale della decisione della Commissione Nazionale Disciplinare della Federazione, chiamata a pronunciarsi dopo quel triste derby Salernitana-Nocerina, non giocato domenica 10 novembre.
QUELLA MALEDETTA DOMENICA- La Nocerina paga a caro prezzo quei 21’ della vergogna, che mai si erano visti nella storia del calcio. Una partita non giocata per volere di alcuni tifosi ( se possono definirsi tali ) arrabbiati per il divieto di trasferta imposto dal questore di Salerno. Troppi erano, infatti, i rischi di incidenti tra due tifoserie calde. Minacce di morte, insulti pesanti: non si sa ancora bene cosa sia successo quella mattina nel ritiro della Nocerina. Restano quelle immagini piuttosto forti di giocatori impauriti e costretti ad abbandonare il campo “per infortunio”. E poi quel suono, quel triplice fischio emesso dall’incredulo direttore di gara, che decreta la morte del calcio e la vittoria dell’illegalità.
NON SOLO L’ESCLUSIONE- Per i Molossi il campionato è finito: nessuno scenderà in campo nella gara contro il Frosinone valevole per la 22esima giornata e si ripartirà, quindi, da una nuova categoria. Ma nella sentenza c’è molto altro, purtroppo, a partire da un’ammenda di 10 mila Euro. Inibiti per 3 anni e 6 mesi il presidente della Nocerina, Luigi Benevento, il direttore generale Luigi Pavarese e il medico sociale Giovanni Rosati. Lunghissima la lista degli squalificati: 3 anni e 6 mesi al tecnico nocerino Gaetano Fontana e al suo vice Salvatore Fusco, mentre 1 anno per i calciatori Domenico Danti, Edmunde Etse Hottor, Iuzvisen Petar Kostadinovic, Franco Lepore e Lorenzo Remedi. Prosciolti, invece, Davide Evacuo, Luca Ficarrotta, Davide Polichetti, Carlo Cremaschi, Celso Daniel Jara Martinez e Giancarlo Malcore.
FINE?- Il calcio italiano vuole dimenticare in fretta questa brutta storia, ma sarà molto difficile, perché ci sono ancora tante cose da chiarire. La sentenza ha punito chi, quella domenica, ha ucciso il calcio. Ma dietro alla loro assurda decisione di non giocare chi c’era?