Aveva apostrofato con “boia” il Presidente della Repubblica. È finito sotto indagine da parte della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo ravvisando il reato di “Vilipendio al Presidente della Repubblica” (art 278 del codice penale). Stiamo parlando del deputato del Movimento 5 Stelle Giorgio Sorial, denunciato dalla collega del Pd Stella Bianchi per aver utilizzato l’espressione “boia” nei confronti di Giorgio Napolitano nel corso di una conferenza stampa.
Il reato di cui è indagato Sorial, reo di aver arrecato un’ “offesa all’onore e al decoro del Capo dello Stato”, prevede una reclusione da uno a cinque anni. La procura dovrà ora chiedere l’autorizzazione a procedere al ministero della Giustizia, come prevede l’art 313 c.p. Il reato, infatti, rientra tra quelli per cui è necessario il via libera del Guardasigilli.
Le parole di Sorial hanno scatenato una bufera sulla quale è intervenuto anche un costituzionalista di altissimo livello come Stefano Rodotà, già candidato al Quirinale proprio dal M5S. “Le parole che arrivano dal Movimento 5 Stelle su Giorgio Napolitano sono assolutamente inammissibili – ha dichiarato Rodotà -. Le critiche sono sempre legittime; questo è un Paese in cui la critica è sempre stata esercitata ma ci vuole rispetto per le persone, prima ancora che per l’autorità del Presidente della Repubblica”.
I grillini vanno comunque avanti nell’attacco a Napolitano, come si legge in una nota dei parlamentari del Movimento: “Napolitano non è esente da errori, anche gravissimi, che inficiano la credibilità e la fiducia dei cittadini. Errori che non possono essere consentiti, in particolare quando rappresentano sudditanza a poteri stranieri, pesanti ingerenze sul governo, occultamento delle fonti giudiziarie”.