Ieri il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha pronunciato il suo discorso sullo State of the Union, parlando così alle camere riunite per la quinta volta dalla sua prima elezione, l’ultima prima delle midterm elections che si svolgeranno il prossimo novembre. Durante il suo discorso, egli ha annunciato l’intenzione di aumentare il salario minimo da 7,25 a 10,10 dollari l’ora per i lavoratori che hanno contratti con il governo federale, e sarà necessaria l’approvazione di una legge dal Congresso degli Stati Uniti.
Tuttavia, non è così facile: infatti, l’opposizione repubblicana ha la maggioranza alla Camera dei rappresentanti, e finora sta ostacolando tutte le iniziative del Presidente. Obama, quindi, ha sollecitato i parlamentari statunitensi a “spostare il Paese in avanti” annunciando, in caso contrario, di aggirare il Congresso ricorrendo all’uso dei propri poteri esecutivi per portare avanti le riforme necessarie e i provvedimenti necessari agli Stati Uniti.
“L’America non resterà immobile e neppure io: dovunque, e in qualsiasi momento, agirò anche senza l’iter legislativo per estendere le opportunità delle famiglie americane”, così ha dichiarato lo stesso Presidente. Egli ha annunciato che il 2014 sarà l’anno della svolta per i cittadini statunitensi per la realizzazione di riforme, come la legge sull’immigrazione e quella sul lavoro con l’aumento del salario minimo, volte “ad accelerare la crescita, rafforzare la classe media e moltiplicare le opportunità”.
Inoltre, Obama non ha esitato a ricordare i traguardi raggiunti durante la sua amministrazione, in particolare in ambito economico: egli ha evidenziato come gli Stati Uniti siano fra i Paesi più preparati ad affrontare le sfide economiche del XXI secolo, come testimoniato dalla riduzione del livello di disoccupazione sceso ai minimi degli ultimi cinque anni, mentre il deficit è stato dimezzato.
Il Presidente ha poi evidenziato come i nuovi accordi commerciali con l’Unione Europea e i Paesi dell’Est asiatico aiuteranno a creare posti di lavoro negli Stati Uniti. A proposito di politica estera, egli ha infine comunicato la chiusura del campo di prigionia di Guantánamo nel 2014.