Monti contro le auto blu

Pubblicato il 17 Gennaio 2012 alle 09:30 Autore: Matteo Patané

Una delle principali battaglie contro gli sprechi della classe politica italiana riguarda l’abbattimento del parco delle auto blu, ovvero le vetture di servizio messe a disposizione dei membri degli organi istituzionali dello Stato per gli spostamenti previsti dalle loro funzioni.

[ad]A sollevare l’allarme erano state ricerche effettuate, già dal 2009, da enti come www.contribuenti.it, e riprese da diversi quotidiani in un coro bipartisan da La Repubblica a Il Giornale, che fissavano in oltre 600.000 unità il numero di auto blu presenti nel nostro Paese, una cifra senza eguali nel mondo superiore a quella di USA, Gran Bretagna, Francia e Germania messe assieme.

L’allora ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, decise di avviare un’indagine conoscitiva attraverso un questionario da compilarsi a cura degli enti centrali e locali dello Stato, da ripetersi ogni anno allo scopo di verificare l’andamento del numero delle auto istituzionali, permettere allo Stato di conoscere e controllare dei dati di cui era fino a quel momenot sprovvisto e valutare l’efficacia di eventuali provvedimenti presi in materia.
L’incarico venne affidato alla società Formez PA, controllata del Ministero, che ha condotto i censimenti delle auto blu 2009 e 2010 e sta attualmente svolgendo il questionario 2011.
I dati più aggiornati in possesso della Formez sono quindi quelli relativi all’anno 2010, raccolti tra il 29 marzo ed il 6 giugno 2011, che vedono il numero delle auto di rappresentanza attestarsi a circa 72.000 unità, a cui vanno a sommarsi altre 16.000 auto in dotazione alle forze di polizia locale.

m 5 stelle auto blu

Un risultato sicurmente difforme dalle 650.000 vetture censite dagli studi precedenti: secondo diverse fonti non completamente confermate nel computo di www.contribuenti.it sono finiti mezzi di possesso pubblico non ascrivibili alle auto di rappresentanza, quali ambulanze o mezzi delle forze di polizia e dell’esercito. La nettissima discrepanza tra i valori lascia tuttavia adito a diversi dubbi sulla bontà dei dati messi a disposizione dai canali ufficiali, ed evidenzia la paradossale situazione di un corpo istituzionale incapace di conoscere con precisione persino i dati relativi al proprio funzionamento.

Sulla base dei dati raccolti dalla Formez, ed in particolare del sondaggio relativo all’anno 2010, il Governo Berlusconi IV ha intrapreso la sua strada legislativa per abbattere il numero, in ogni caso elevatissimo, di auto blu presenti nel Paese.
L’occasione di azione è giunta poco pù di un mese dopo la consegna dei risultati da parte della Formez, con la cosiddetta manovra di luglio: l’articolo 2 del Decreto Legge 98/2011, convertito inLegge 111/2011, recitava infatti:

1. La cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600 cc.
2. Fanno eccezione le auto in dotazione al Capo dello Stato, ai Presidenti del Senato e della Camera, del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Presidente della Corte costituzionale e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza.
3. Le auto ad oggi in servizio possono essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione e non possono essere sostituite.
4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, sono disposti modalità e limiti di utilizzo delle autovetture di servizio al fine di ridurne numero e costo.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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