Fiat, Prodi richiama Marchionne “Sono felice che sia felice ma noi italiani non lo siamo”

Pubblicato il 31 Gennaio 2014 alle 11:43 Autore: Redazione
Fiat, Prodi richiama Marchionne Sono felice che sia felice ma noi italiani non lo sia

Fiat, Prodi richiama Marchionne “Sono felice che sia felice ma noi italiani non lo siamo”

Caso Fiat: parla Romano Prodi. L’ex premier in un intervento sul Messaggero scrive: “Sono felice che Marchionne sia felice, ma noi italiani non siamo ancora felici. La Fiat-Chrysler avrà infatti la sede in Olanda, pagherà le tasse in Gran Bretagna e le sue azioni saranno quotate in primo luogo a New York. Tutto questo può anche avere un senso perchè le imprese non hanno alcun obbligo di riconoscenza o di gratitudine, pur tenendo conto che nel rapporto fra la Fiat e l’Italia qualche obbligo vi potrebbe pure essere. Anche se, nella sua storia, di tasse non ne ha certo pagato un’esagerazione, fa tuttavia una certa impressione pensare che la Fiat assuma la cittadinanza fiscale britannica”.

Fiat, Prodi richiama Marchionne Sono felice che sia felice ma noi italiani non lo siamo

Prodi “Nostro dovere ricordare a Marchionne ruolo Italia per Fiat” – Romano Prodi richiama l’attenzione di Marchionne: “Mentre brindiamo alla salute del successo personale di Marchionne, è nostro dovere ricordargli che questo successo potrà durare solo se produrrà molte auto e belle auto e che l’Italia è ancora determinante per la nuova Fiat-Chrysler, anche se avrà sede e domicilio fiscale altrove”.

Prodi  e le due categorie di immigrati – Prodi pur riconoscendo all’Ad Fiat di aver “molto contribuito all’immagine degli italiani all’estero e anche di questo gli siamo grati” non può fare a meno di sottolineare che “troppo spesso i nostri emigrati si dividono in due categorie: la categoria di coloro che si struggono nella nostalgia dell’Italia e quella di coloro che sono sopraffatti dal risentimento. Negli ultimi tempi il costruttore della settima impresa automobilistica del mondo sembra progressivamente scivolare dalla prima alla seconda categoria. Anche se ne può averemolte ragioni, quest’attitudine non giova a lui e non giova a noi. Soprattutto non giova alla Fiat-Chrysler”.

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