Indagato l’ex Presidente del Consiglio regionale del Molise per spese pazze
Il procuratore aggiunto di Campobasso, Fabio Papa, non ha dubbi: l’ex presidente del Consiglio Regionale molisano, l’allora esponente del Popolo della Libertà Michele Picciano, ha fatto un uso “direttamente e indirettamente personale” di ben 75.000 euro, attraverso le carte di credito istituzionali. Soldi dei cittadini, praticamente.
Una nuova storia di cattiva gestione dei soldi pubblici sembra travolgere una classe politica locale, regionale in questo caso. Dopo i casi di ‘Batman’ nel Lazio, le cravatte di Cota in Piemonte e gli avvisi di garanzia per quasi cento consiglieri ed ex consiglieri regionali siciliani, adesso piove una forte responsabilità su colui che guidò i lavori di Palazzo Moffa (sede del Consiglio Regionale del Molise, ndr) tra il giugno del 2009 e il dicembre del 2011. L’accusa della giustizia è durissima: peculato ed abuso d’ufficio. La responsabilità politica è pesante, specialmente se contestualizzassimo in questo momento di crisi economica, nel quale si sente arrivare da più classi sociali la richiesta del taglio dei costi della politica: ed invece ristoranti, acquisto di beni, bevande, cialde di caffè, orzo ed acqua sono le voci di spese dell’esponente di centro destra.
Eppure la voce per il quale era rimborsato l’ex vertice di Palazzo Moffa era quella di “spese istituzionali”. E i costi lievitavano, come nel caso dei 5.000 euro per il buffet per gli auguri di Natale 2009. I pranzi “istituzionali” al ristorante sono circa sessanta. I libri acquistati sono innumerevoli ed “in alcun modo pertinenti a finalità istituzionali”, anzi “regalie a fini presumibilmente elettorali considerato anche che spesso gli acquisti effettuati risultavano essere stati richiesti dagli stessi soggetti interessati”. A tutto questo si aggiungono i “contributi per iniziative del tutto prive di significato concreto sia pure solo per l’immagine della Regione”, come ad esempio 3.500 euro per un convegno organizzato presso Isernia da parte di una società assicurativa. Ma tra le spese pazze entrano anche gli effetti personali: l’arredamento dell’ufficio Picciano, ad esempio. Lampade, tappeti e quadri di grande pregio. E tutto mobilio di grande costo, ovviamente.
E poi vi è una voce nella relazione della Procura, tutta sul rapporto dell’ex numero 1 di Palazzo Moffa col suo segretario: l’appunto più disgustoso sono i 6.000 euro all’onlus ‘Centro di carità’, di cui proprio l’assistente personale è presidente, a cui si aggiungono i compensi verso il portavoce ed i suoi familiari.
Daniele Errera