E’ ora di educare lo Stato e i cittadini alla Rete
“Internet…è diventato l’ambiente in cui nasce la cultura e si forma un modo di abitare il mondo e di organizzarlo”, un ambiente che “non è un luogo separato, una realtà parallela ma piuttosto lo spazio in cui si dispiega una parte sempre più importante della vita reale”.
Sono queste le parole con le quali, Antonello Soro, Presidente dell’Autorità Garante per il trattamento dei dati personali ha iniziato, questa mattina, la sua relazione di apertura del convegno organizzato dalla stessa Autorità in occasione della giornata europea della privacy.
“Siamo immersi nel digitale e, sempre di più conosceremo noi stessi, il mondo e gli altri attraverso la tecnologia e sarebbe illusoria – ha continuato Soro – la pretesa di arrestare questa evoluzione con un semplicistico invito a scollegarsi”.
Una mattinata nel corso della quale, finalmente, si è parlato di educare all’uso della Rete senza nessuna tecnofobia né istanza di criminalizzazione né della tecnologia né del suo uso.
“La sfida più grande che dobbiamo affrontare – ha detto il Garante per la privacy – è quella di accompagnare la società in un processo di elaborazione delle misure, della cultura e della sensibilità necessarie per far fronte ai nuovi problemi posti dallo sviluppo tecnologico”.
Ed è questo il ruolo al quale il Presidente candida la propria Autorità.
Non severo censore di costumi ed abitudini digitali, non giudice degli illeciti che pure si consumano online – o, almeno, non solo – ma “frontiera avanzata” e “collaudato punto di incontro dove è possibile ricercare, con tutti gli interlocutori, una sintesi tra efficienza, progresso, rispetto dei diritti e del valore delle persone”.
Parole importanti come importante è stato l’invito rivolto al Ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza ad inserire l’educazione alla persona digitale nei programmi scolastici come “nuova educazione civica” e quello altrettanto caldamente rivolto ai soggetti privati che pure hanno ruoli e responsabilità importanti nell’educazione all’uso delle tecnologie.
“In una società che compra e vende informazioni e fa diventare merce la stessa persona alla quale si riferiscono i dati, la tutela della privacy diventa sempre di più – ha chiosato Soro – una questione di libertà”.
Ed all’invito del Garante all’educazione dei cittadini attraverso la scuola ma anche attraverso la televisione pubblica – quest’ultimo indirizzato al Direttore Generale della RAI presente al convegno – Francesco Caio, Commissario di Governo all’agenda digitale, ha risposto sottolineando l’importanza che, prima di tutto, si inizi ad educare lo Stato al Digitale.
E’ un tema – ha detto caio – che va affrontato a livello costituzionale magari attraverso una nuova costituente digitale.
Un’idea da non sottovalutare perché la radicalità delle trasformazioni in atto nella vita degli uomini e nel rapporto tra cittadini, Stato ed imprese e tale da giustificare un’autentica rifondazione di alcuni dei principi fondamentali sui quali è basata la nostra carta costituzionale.
Va bene il diritto di accesso alla Rete – ha ricordato Soro – “ma poi?”.
Occorre porsi il problema del riconoscimento e della tutela dei diritti fondamentali dello spazio digitale.
Parole, idee, proposte e suggestioni quelle succedutesi nella mattinata di lavori che se prendessero davvero corpo potrebbero rapidamente consentire al nostro Paese se non di recuperare i ritardi che, ormai, ci separano dal resto d’europa in termini di agenda digitale, almeno di arrivare alla metà più preparati ed attenti ai diritti della persona e dei cittadini nel nuovo ecosistema digitale.
E’, forse, l’unico primato che possiamo ancora ambire a far nostro ed abbiamo – solo a saperla cogliere – una straordinaria opportunità rappresentata dall’ormai imminente inizio del nostro semestre di Presidenza in Unione Europea.
Mettiamo al centro il cittadino digitale, ripartiamo dal tema della “sovranità digitale e nel digitale” e dai diritti e dalle libertà degli uomini nel nuovo ecosistema Internet.
Il tributo italiano alla giornata europea della privacy è stato nel segno della speranza, ora non resta che attendere e vedere se, a tante parole, seguiranno i fatti senza, tuttavia, dimenticarsi che l’educazione è un fatto diffuso e che ciascuno di noi, nel suo quotidiano, può e deve fare la sua parte.