Silvio Berlusconi è sbarcato in Sardegna, alla Fiera di Cagliari, per tirare la volata al governatore uscente Ugo Cappellacci in vista delle regionali del 16 febbraio. E come al solito le gag non sono mancate. Tanti, ma non tantissimi, i partecipanti, circa 2500 persone, che hanno sventolato bandiere di Forza Italia e intonato le solite canzoni.
L’ex premier esordisce elogiando il volto nuovo degli azzurri, quel Giovanni Toti passato dall’azienda (è stato direttore del Tg4) al partito come molti altri prima. “Ho chiesto ad un mio amico, che si chiama Giovanni Toti, che da anni lavorava in Mediaset e che ha rinunciato ad uno stipendio altissimo, come tutti quelli di Mediaset, è venuto per amor mio, ma non siamo due gay”.
Arriva anche un attacco alla rottamazione versione Matteo Renzi: “Non vogliamo rottamare nessuno perché se c’è qualcuno che in 50 anni e oltre della sua carriera come imprenditore e uomo delle istituzioni, e che ha avuto totale rispetto di tutti e totale vicinanza con i collaboratori e amici, questo signore si chiama come mi chiamo io”.
Poi un’altra battuta sull’età e sulle foto che di recente l’hanno visto protagonista: “Ho chiesto alle ragazze di Forza Silvio di venirmi a mettere le mani addosso, sulla mia faccia, perchè ho chiesto a un signore di fotografarmi e di rappresentarmi come sarò a 90 anni, e invece hanno pubblicato quelle foto come se fossero di oggi. Qualche ruga c’è – ha concluso l’ex premier dandosi un pizzicotto sulle guance – ma i miei 80 anni li porto bene…”. Ironia anche su Cappellacci: “Chiamatelo Franco, mi chiama tutti i giorni chiedendo la zona franca per la Sardegna”.
Infine un cenno anche alla legge elettorale e ai piccoli partiti: «I piccoli partiti hanno ottenuto, grazie all’aiuto del Capo dello Stato, che si passasse dal 35% al 37% come soglia di sbarramento per ottenere il premio di maggioranza”. “Sono addolorato per tutto quello che lo Stato italiano non ha fatto per la Sardegna, ma in Italia dal 1948 – ha affermato Berlusconi – è sbagliato il modo di votare”. L’ex premier prosegue nella critica all’architettura costituzionale: “La Costituzione è stata concepita perché non ci fossero le condizioni capaci di dar vita ad un nuovo regime, ma così facendo non si è dato nessun potere al Governo”.
“I padri costituenti – ha detto il leader di Forza Italia – non hanno dato poteri al Governo ma ai due rami del Parlamento e alla Corte Costituzionale. Nei nove anni che sono stato al Governo non ho avuto i poteri per ottenere i risultati che speravo, non ho potuto fare quelle profonde riforme necessarie per stare al passo con il resto dell’Europa, come la riforma della burocrazia, la riforma del lavoro e del fisco, ma soprattutto – ha concluso Berlusconi – la riforma della giustizia, una mancanza che grida ancora vendetta”.