Fact-checking di Pagella Politica: Grillo e le lingue delle istituzioni europee
Beppe Grillo ha dichiarato: “[Parlando delle istituzioni europee] “Io guardavo queste 28 lingue, tutto tradotto in 28 lingue. Un terzo del bilancio in traduzioni”. Pagella Politica ha effettuato il factchecking della dichiarazione e si è espressa con una “Panzana Pazzesca”.
Le elezioni europee si avvicinano e si moltiplicano le accuse contro gli sprechi di Bruxelles. Stavolta nel mirino finiscono le spese in traduzioni, a sostegno, secondo Grillo, di una macchina burocratica da 28 lingue. I conti, tuttavia, non tornano.
In primo luogo non sono 28 le lingue ufficiali dell’Unione Europea. 28 sono semmai gli Stati membri. Le lingue ufficiali, invece, sono 24, e il motivo è presto detto: l’austriaco, il cipriota, il fiammingo o il lussemburghese non sono riconosciute come lingue ufficiali.
Quanto alle spese in traduzioni, sembra che Grillo la stia sparando grossa. Considerate che il bilancio dell’Unione Europea per il 2014 ammonta a circa 143 miliardi di euro. Se fosse vero che un terzo di questa cifra viene spesa in traduzioni, si tratterebbe di qualcosa come 47 miliardi di euro, tre volte più dei contributi dell’Italia all’Ue! In realtà, si tratta di molto meno. Come riporta il sito della Commissione Europea, “secondo alcune stime il costo di tutti i servizi linguistici in tutte le istituzioni dell’Ue ammonta a meno dell’1% del bilancio annuale comunitario. Divisi per la popolazione dell’Ue, si tratta di circa 2 euro a persona all’anno” [traduzione nostra].
Ma forse è più probabile che Grillo si stesse riferendo soltanto al bilancio del Parlamento Europeo e non a quello dell’intera Ue. I risultati in ogni caso non cambiano di molto. Il bilancio del Parlamento Europeo per il 2014 è di circa 1,76 miliardi. Di questi, come spiega la pagina dedicata, “il 35% sono le spese del personale, principalmente gli stipendi per i 6 mila funzionari che lavorano nel Segretariato Generale e nei gruppi politici. Inoltre, tale spesa copre i costi di interpretariato, i costi per le traduzioni interne e le spese per le missioni dello staff”. [traduzione nostra].
E’ probabile che l’errore venga da qui: circa un terzo del bilancio del Parlamento Europeo sono spese del personale, di cui solo una parte sono imputabili ai costi per i servizi di interpretariato e traduzione. Se andiamo nello specifico delle varie voci di bilancio, vediamo che per il 2014 le spese per i servizi di interpretariato (pag. 15) ammontano a circa 40 milioni di euro, cui si aggiungono circa 7 milioni in traduzioni esterne (pag. 15), per un totale di 47 milioni, ovvero solo il 2,7% del totale. Purtroppo non c’è una voce a parte per il personale interno addetto alla traduzione, per cui dobbiamo procedere per stime. Nel Parlamento Europeo lavorano poco meno di 700 traduttori, circa il 12% del totale del personale. Se le spese per il personale ammontano a 595 milioni (pag. 13), e assumendo retribuzioni uguali per tutti, i traduttori peserebbero per circa 69 milioni. Sommate alle spese per interpretariato, farebbero circa 116 milioni. Riassumendo, secondo queste stime i costi di traduzione e interpretariato nel Parlamento Europeo peserebbero per circa il 6,6% sul totale.
Non c’è che dire: una “Panzana pazzesca” ampiamente meritata!