Alfano: “Casini benvenuto, ora primarie anche nel centrodestra”
L’intervista rilasciata ieri a Repubblica dal leader dell’Udc Pierferdinando Casini ha, com’era prevedibile, destato numerose reazioni, soprattutto nel centrodestra. L’ex presidente della Camera si era infatti detto disponibile ad un ritorno alle origini, quindi “con Alfano e Forza Italia”, vista la legge elettorale fortemente bipolarista in procinto di essere approvata dalle camere.
Il primo a rispondere è proprio Angelino Alfano, che, dalle colonne della Stampa, rivolge un “bentornato” a Casini: “Quello della Casa delle libertà del 2001, che ci ha fatto vincere le elezioni, mi sembra lo schema politico più funzionale al centrodestra italiano”.
Il vicepremier auspica poi che il futuro leader, vista l’incandidabilità di Silvio Berlusconi, venga scelto con le primarie: “Ci batteremo per scegliere la futura leadership con regole democratiche. La futura classe dirigente dovrà nascere dalle primarie”. Comune denominatore di questa nuova “alleanza paritaria che veda partecipi noi del Ncd, la Lega, i Fratelli d’Italia e adesso anche l’Udc”, è il “popolarismo europeo”.
Oltre ad Alfano, sul probabile ritorno di Casini all’ovile si esprime anche un big forzista come Renato Brunetta, che dice di “sognare un’alleanza con tre aree. Una, territoriale, guidata dalla Lega. La destra democratica di Fratelli d’Italia, Storace e Alemanno. E l’area cattolica e popolare di Alfano, Lupi e Casini”, mentre “Monti è finito, la sua spinta propulsiva non esiste più. Scelta Civica non c’è più”. Il perno di queste tre diverse sensibilità del centrodestra non può che essere che Forza Italia, con ancora Berlusconi alla testa: “La polemica sul riconoscimento della leadership di Berlusconi mi sembra che sia stata archiviata dalla storia. Berlusconi è il leader del centrodestra. È lui che ha fatto l’accordo con Renzi, non Alfano o Casini o Meloni», spiega Brunetta, che poi aggiunge che “al di là della candidabilità, i voti sono i suoi”.
A raffreddare gli entusiasmi ci pensa però il volto nuovo degli azzurri, l’ex giornalista Giovanni Toti: “Io reputo l’apertura di Casini una cosa importante, sulla quale bisognerà lavorare. Ma Berlusconi la pensa diversamente, non è per nulla entusiasta. Per lui conta il bipartitismo più che il bipolarismo. La riforma vera a cui punta e che vorrebbe è quella lì. A lui dei partitini con cui fare patti, per poi magari ritrovarsi ancora una volta sotto ricatto, non frega nulla. Troppe cattive esperienze negli anni trascorsi al governo”.
Toti non sprizza entusiasmo nemmeno riguardo la legge elettorale: “Siamo soddisfatti per l’intesa raggiunta che finalmente consente di venir fuori da uno stallo. Detto questo, per noi così è un disastro, il 37% spalanca le porte al ballottaggio e come sostiene il presidente per noi è una mazzata”.