Abruzzo, scandalo luci rosse, parla la segretaria del “contratto sessuale”
Lo scandalo a luci rosse che ha avuto come protagonisti l’ex assessore alla Cultura dell’Abruzzo, Luigi De Fanis, e la sua segretaria Lucia Zingariello si tinge di giallo. Il contratto di 36.000 euro all’anno con annessa una clausola che prevedeva un rapporto sessuale settimanale sembra essere un’invenzione. E vengono anche rivalutate le dichiarazioni rese da De Fanis in procura pochi giorni fa. L’ex assessore aveva in un primo momento confessato alla Zigariello il desiderio di avvelenare la moglie. Davanti agli inquirenti però ha rivelato che si trattava solo di uno scherzo. “Ho detto quelle cose al telefono, ma non era vero niente. Volevo fare colpo su di lei, erano frasi a effetto per colpire il cuore di una persona in cui ero innamorato”. Più che “innamorato” era “ossessionato” ci dice l’altra protagonista della storia, Lucia Zingariello che ha voluto raccontare a Termometro Politico la sua versione dei fatti.
Signora Zingariello, questo contratto esiste o no?
Guardi di questo contratto ci sono tante versioni. Ma in realtà non esiste. E’ un’invenzione dei media.
E allora perché sarebbe stata inventata questa storia del contratto?
Perché sono una donna e lavoravo per un politico. Le donne in Italia vengono utilizzate da questo sistema in questa maniera. Hanno scritto che io sono stata assunta senza un concorso. Ma chi lo ha scritto è un grandissimo ignorante. Perché qualsiasi segretaria di un politico viene assunta per mandato. Non c’è nessuna graduatoria né concorso. E’ a chiamata diretta. Si era liberato un posto e siccome lui (De Fanis ndr) era un collega di mio marito ha chiesto a me di ricoprire questo ruolo.
Ma lei ha accusato De Fanis o no?
Io non ho accusato nessuno. Tutto parte da un’intercettazione telefonica. L’assessore aveva questa ossessione nei miei confronti che non era corrisposta. Io e lui non abbiamo mai avuto alcun rapporto sessuale.
Ora come si sente?
Hanno distrutto la mia famiglia, hanno calpestato la mia dignità non tenendo conto che ho una bambina di 8 anni e un marito. I giornalisti dovrebbero indagare prima di scrivere certe cose. Io non mi sono venduta anessuno.