Il presidente del Senato, Pietro Grasso, dopo aver ascoltato i diversi orientamenti espressi dai componenti del Consiglio di presidenza, ha dato incarico all’Avvocatura dello Stato di rappresentare il Senato della Repubblica quale parte civile nel processo sulla «compravendita di senatori» che inizierà il prossimo 11 febbraio presso il Tribunale di Napoli. Il presidente ha ritenuto che l’identificazione, prima da parte del Pubblico Ministero poi del Giudice, del Senato della Repubblica italiana quale «persona offesa» di fatti asseritamente avvenuti all’interno del Senato, e comunque relativi alla dignità dell’Istituzione, ponga un ineludibile dovere morale di partecipazione all’accertamento della verità, in base alle regole processuali e seguendo il naturale andamento del dibattimento.
La decisione dell’Ufficio di Presidenza – L’Ufficio di presidenza di Palazzo Madama aveva deciso nel pomeriggio di non costituirsi parte civile nel processo che vedeva imputato Silvio Berlusconi per la compravendita dei senatori. Dieci voti erano stati i voti contrari e otto a favore. Decisivi erano stati alfaniani e gli esponenti di Scelta Civica. Il Senato doveva decidere se l’onore e la rispettabilità dell’istituzione era stata lesa dal Cavaliere, accusato dalla procura di Napoli di aver corrisposto somme di denaro ad alcuni senatori, tra i quali l’ex Idv Sergio De Gregorio, per orientarne il voto in Aula.
I senatori Pd intanto Roberto Cociancich, Paolo Corsini, Valeria Cardinali, Miguel Gotor, Nadia Ginetti e Walter Tocci avevano affermato che “l’intenzione emersa in Consiglio di “non costituire il Senato come parte civile”, se fosse confermata “avrebbe l’effetto di allontanare ancora di più i cittadini dalle istituzioni. Il Senato ha il dovere morale di stare in giudizio come parte offesa: la compravendita dei senatori è un insulto alla democrazia, all’etica pubblica e al rigore contro indegne forme di corruzione”.
“La nostra opinione è che se la magistratura ha individuato come parte lesa nel processo il Senato della Repubblica (…), ci siano dei validissimi fondamenti penali e processuali” afferma in una nota Vincenzo Maurizio Santangelo, capogruppo Movimento 5 Stelle al Senato. “In base al Regolamento, il Presidente del Senato Grasso ha la piena autonomia decisionale ed è per questo che il Movimento 5 Stelle si attende una chiara presa di posizione in merito ai gravissimi fatti di corruzione politica che minano i fondamenti dell’ordinamento istituzionale”.