“Francamente me ne infischio”. Alessandro Di Battista, deputato romano M5s. Dicono di lui: intelligente, prolisso e intraprendente, sogna da tempo le luci della ribalta. La sua potenza mediatica ha scavalcato in pochi giorni quella del guru Casaleggio e gli ha permesso di collocarsi solo a fianco di Beppe Grillo. Il deputato di fede laziale riceve continuamente attestati di stima, qualche complimento fisico da parte delle colleghe di Montecitorio, ma soprattutto è stato inebriato dalle lusinghe di Renzi e del Cavaliere che lo vorrebbero come leader del proprio partito.
E’ stata questa la risposta di Di Battista davanti all’ufficio di Presidenza della Camera che questa mattina ha iniziato le audizioni dei deputati M5s per la bagarre in aula della scorsa settimana (tra il 29 e il 30 gennaio), per l’occupazione delle commissioni e per l’intrusione dei grillini nella conferenza stampa del capogruppo Pd Speranza. “Pur sforzandomi non riesco a intravedere alcuna autorità in questo pseudo tribunale che ci sta giudicando. Per cui fate quello che volete” e giù con il celebre aforisma. Questo ha detto Di Battista, davanti alla Boldrini che lo ha sentito per circa cinque minuti. In mattinata, inoltre, sono stati ascoltati altri dieci deputati del Movimento 5 Stelle tra cui Massimo De Rosa, querelato da sette deputate Pd per ingiurie sessiste nei loro confronti.
Secondo quanto riportano i deputati grillini ascoltati (sono 35 su 44 totali) all’ordine del giorno delle audizioni ci sarebbe solamente l’occupazione delle commissioni e non la questione della bagarre in aula dopo la ghigliottina applicata dalla Boldrini sul decreto Imu-Bankitalia. Intanto continuano le udienze che determineranno delle sanzioni disciplinari già annunciate dalla stessa Presidente della Camera. Probabili, sospensioni dai 2 ai 15 giorni, ma –ha assicurato l’ufficio di Presidenza- non nel periodo della discussione in aula della legge elettorale. Tanto l’accordo su quella, ormai, c’è da tempo.
Giacomo Salvini