No Tav, Grillo dal blog sulla richiesta di reclusione della Procura di Torino
No Tav, Grillo dal blog sulla richiesta di reclusione della Procura di Torino
Nove mesi di reclusione per Beppe Grillo. Sono quelli chiesti dalla Procura di Torino per l’affare ‘Tav’. Grillo, leggendo la richiesta di condanna, “violò i sigilli della baita No Tav”. Oggi Grillo risponde con video e post. Titolo quanto mai indicativo: “il sigillo inconsapevole #NoTAV”.
Il leader del Movimento 5 Stelle comincia con un appello di solidarietà alla Val di Susa, futura sede del Treno ad Alta Velocità. “sono più di 500 inquisiti”, sostiene Grillo, “tutti sotto processo per delle cose che io non riesco assolutamente a capire. Comunque io confido nella Giustizia. Sono calmo, sono sereno. Sono molto sereno. Non ho grossi problemi”. Poi arriva alla sua richiesta di condanna: “il PM ha chiesto nove mesi di reclusione perché io avrei rotto un sigillo ‘già portato via dal vento’, come scritto nella notifica”. Scherza: “era un sigillo che non c’era, un sigillo ‘inconsapevole’ ”. In verità Grillo, stando alle sue parole, aveva oltrepassato la linea indicata dal sigillo in quanto lo avevano “invitato in una baita dove mangiavano della polenta e io sono andato a mangiare la polentina. Però io sono tranquillo: nove mesi passano presto”.
Vicino alle istanze degli abitanti della valle più famosa (e calda) d’Italia, lancia la sua “solidarietà a Alberto Perino e a tutti i ragazzi della Val di Susa che devono risarcire un danno ipotetico di 215.000 euro, ne hanno già raccolto circa 100.000 e ne mancano altrettanti. C’è poco tempo e dobbiamo dargli una mano a risolvere questo problema”. A piè di pagina allega il numero di Conto Corrente dove inviare i soldi per le spese legali dei No Tav. Infine lancia un appello al paese intero: “la TAV è un problema che non riguarda solo la Val di Susa, ma tutta l’Italia e forse tutta l’Europa, ma noi siamo tranquilli! La Giustizia farà il suo corso e io sono calmo, perfetto e non mi agito assolutamente. Aiuta la Valle a resistere!”
Daniele Errera