Residori (art director “il Fatto”): “la grafica del nuovo giornale? In rodaggio, ma funziona”

Pubblicato il 1 Ottobre 2009 alle 09:13 Autore: Lorenzo Pregliasco
rassegna stampa

Residori (art director “il Fatto”): “la grafica del nuovo giornale? In rodaggio, ma funziona”

Residori (art director "il Fatto"): "la grafica del nuovo giornale? In rodaggio, ma funziona"

Il “Fatto quotidiano”, il nuovo giornale diretto da Antonio Padellaro che ospita giornalisti e commentatori come Marco Travaglio, Furio Colombo, Massimo Fini, Oliviero Beha e Luca Telese, è nelle edicole dallo scorso 23 settembre. E l’impianto grafico ha fatto molto discutere, su Internet e non solo.
Ne abbiamo parlato con Paolo Residori, art director e curatore del progetto grafico del “Fatto”.
La sua intervista inaugura la nuova sezione ‘Comunicazione’ su Termometro Politico, dedicata all’analisi dei media e della comunicazione politica.

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[ad]Partiamo dagli inizi. Come è nata questa avventura? Chi l’ha chiamata al “Fatto”?
«Mi ha chiamato Antonio Padellaro, che già conoscevo avendo fatto il progetto durante la direzione Colombo-Padellaro dell’“Unità”. Mi ha telefonato dicendomi ‘faccio un nuovo giornale, Sali sul treno?’ e io gli ho risposto di sì. E da qui è nato tutto».

Quindi “l’Unità” e poi “il Fatto”.
«Sì, in realtà io nasco nel ’78 con “Paese Sera”, ho lavorato per il “Corriere dello Sport”, poi sono stato all’“Espresso”. Questa è la mia storia: ho partecipato a tanti progetti, quello del “Fatto” non era il primo e non sarà l’ultimo».

Il giornale è nelle edicole già da una settimana ma del sito web non c’è ancora traccia. Quando sarà pronto? Chi lo curerà?
«Non posso dire chi se ne occuperà: non sarò io, ma certo avrò una supervisione sull’immagine della testata. So che sicuramente sarà un ottimo sito, dovrebbe essere pronto per la fine dell’anno. Per il momento resta in piedi Antefatto.it, che funziona egregiamente come amplificatore dei messaggi. Ed è quello che ci ha permesso di avere decine di migliaia di abbonamenti a scatola chiusa, senza neanche aver visto un progetto della testata».

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